Appalti Grandi Eventi, inchiesta nel caos. Il Gip: “Non spetta a Perugia”

Pubblicato il 28 Aprile 2010 - 10:13 OLTRE 6 MESI FA

Angelo Balducci

Rischia di bloccarsi l’inchiesta sulla gestione degli appalti per i Grandi Eventi. Il nuovo giudice per le indagini preliminari di Perugia, Massimo Ricciarelli, ha infatti respinto la richiesta dei pm di emettere nuovi provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di altri tre indagati. Il motivo? Il giudice non ritiene che i pm siano territorialmente competenti. La procura ha fatto ricorso ma l’indagine rischia di essere frazionata: seguendo la teoria del Gip, infatti, alcuni filoni dell’inchiesta finirebbero a Roma. Intanto il 9 maggio Angelo Balducci, Fabio De Santis, Mauro Della Giovampaola e Diego Anemone usciranno dal carcere.

Ma andiamo per ordine. A Perugia, dove l’inchiesta era stata spostata da Firenze dopo il coinvolgimento del procuratore aggiunto Achille Toro, il Gip è cambiato. Al posto di Paolo Micheli, che aveva autorizzato la custodia cautelare in carcere per i quattro indagati principali, è stato sostituito Massimo Ricciarelli. Normale rotazione degli incarichi che, però, rischia di bloccare le indagini.

I pm di Perugia hanno avanzato la richiesta di custodia cautelare a Ricciarelli per tre nuovi indagati: il commercialista Stefano Gazzani, l’architetto Angelo Zampolini e l’ex commissario dei Mondiali di nuoto Claudio Rinaldi. Gazzani e Zampolini, in particolare, sono ritenuti i “cassieri” di Anemone e Balducci, coloro che gestivano i soldi e gli affari illeciti. Zampolini sarebbe l’uomo che acquistava delle abitazioni da “regalare” a chi aiutava Anemone nella sua ascesa. L’attenzione dei pm si è focalizzata soprattutto su un’abitazione intestata nel 2004 alla figlia dell’attuale ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola.

Tra meno di una settimana i quattro indagati principali nell’inchiesta usciranno dal carcere e per i pm c’è pericolo di inquinamento delle prove. Da qui la richiesta al Gip di nuove ordinanze di custodia cautelare. Ma il giudice Ricciarelli ha analizzato a fondo le carte e ha respinto la richiesta. Alla base del respingimento, che potrebbe bloccare l’intera inchiesta, ci sono due visioni diametralmente opposte. Da una parte la procura ritiene che i tre nuovi indagati siano parte integrante della “cricca” di Anemone e Balducci e che sulla loro posizione debba indagare Perugia. Il nuovo Gip, invece, si basa sul luogo dove Gazzani, Zampolini e Rinaldi avrebbero commesso i reati contestatigli e quindi ritiene che a indagare su di loro debba essere la Procura di Roma. Inoltre, osserva il Gip, non c’è connessione tra i comportamenti addebitati ai tre nuovi indagati e il ruolo di Achille Toro e dunque che non spetta ai pubblici ministeri umbri occuparsi di questa parte dell’indagine.

Ai pm di Perugia non rimane che attendere la sentenza di appello. Nel frattempo continueranno a indagare sugli appalti per i Grandi eventi con gli indagati in libertà. Non solo i tre nuovi, ma anche i quattro principali che il 9 maggio usciranno dal carcere.