Appaltopoli a Napoli: arrestate 25 persone, i coniugi Mastella tra gli indagati

Pubblicato il 21 Ottobre 2009 - 09:35 OLTRE 6 MESI FA

Una pattuglia di carabinieri si è presentata, mercoledì mattina, alla villa della famiglia Mastella a Ceppaloni (Benevento), e ha consegnato a Sandra Lonardo, moglie delll’ex ministro della Giustizia Clemente, un ordine di divieto di dimora in tutta la regione Campania: peraltro la Lonardo vi si reca abitualmente come presidente del Consiglio regionale.

“Sono quasi svenuta. Mi è crollato il mondo addosso. Mi chiedono di dimorare fuori della Campania. Ancora non riesco a crederci. Con mio marito sarei a capo di una cupola affaristica. Senza spiegarci cosa avremmo fatto”. Lo scrive, come prima reazione, il presidente del Consiglio regionale della Campania, Sandra Lonardo, in una lettera aperta ai cittadini della regione in merito all’inchiesta che la vede coinvolta – destinataria di un divieto di dimora – insieme con il marito Clemente Mastella, leader dell’Udeur. (Leggi il testo integrale della lettera)

La moglie di Mastella è coinvolta, con altre 62 persone, tra cui lo stesso ex ministro della Giustizia, in una indagine che ha portato, sempre mercoledì mattina, a una vera e propria retata: una operazione congiunta dei Comandi provinciali dei Carabinieri di Caserta e della Guardia di Finanza di Napoli, che ha portato agli arresti domiciliari per 25 persone, ai 18 divieti di dimora e, per sei indagati,al divieto di esercitare l’impresa e la professione. Gli indagati sono in tutto 63 e la lista comprende politici, dirigenti della pubblica amministrazione, professionisti ed imprenditori campani, a vario titolo coinvolti.

Carabinieri e  Guardia di Finanza accusano gli indagati di associazione per delinquere per compiere una serie di reati, che vanno dalla truffa, falsi, all’abuso di ufficio, alla turbativa d’asta alla concussione, nell’ambito della gestione di appalti pubblici, concorsi per l’assunzione di personale ed affidamento di incarichi professionali nella Pubblica Amministrazione.

L’ inchiesta è coordinata dalla sezione reati Pubblica Amministrazione della procura della Repubblica di Napoli che ha chiesto al gip le misure restrittive ed interdittive.

Sandra Lonardo risulta destinataria di un provvedimento di divieto di dimora nella città di Napoli nell’ambito dell’inchiesta su assunzioni ed appalti, un filone d’indagine relativo alle attività dell’Arpac, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale.

In un file del pc sequestrato nella sede dell’Arpac, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, da cui è scaturita l’indagine, c’erano i nomi delle assunzioni o delle consulenze segnalate in base a segnalazioni di uomini politici.

Secondo gli ultimi sviluppi dell’inchiesta sarebbe coinvolto anche lo stesso Mastella, nonchè il suo consuocero Mastella, Carlo Camilleri, che è anche segretario generale dell’Autorità di Bacino sinistra Sele.

La decisione del gup di Napoli Sergio Marotta sull’inchiesta che vede 23 indagati per la presunta lobby di potere che avrebbe favorito le nomine in quota Udeur, è stata rinviata al 26 ottobre. Si tratta della stessa inchiesta che portò alle dimissioni dell’ex Guardasigilli Clemente Mastella e alla caduta del governo Prodi.

Questi i nomi di tutte le persone coinvolte.

Agli arresti domiciliari Luciano Capobianco, 52 anni, ex direttore generale dell’Arpac. Divieto di dimora in Campania e nelle province limitrofe per Sandra Lonardo, presidente del Consiglio regionale della Campania; il consuocero Carlo Camilleri; l’ex segretario regioanel dell’Udeur Antonio Fantini; i consiglieri regionali Fernando Errico e Nicola Ferraro; gli ex direttori generali dell’Asl Benevento 1 Ruggiero Cataldi e Mario Scarinzi; il dirigente dell’Asl Bn 1 Arnaldo Falato; i dirigenti dell’Arpac Carmelo Lomazzo, Massimo Mengozzo e Francesco Polizio; gli imprenditori Valerio Azzi, Giuseppe Ciotola e Massimo Palmieri. Divieto di dimora a Napoli, Caserta e Benevento per due imprenditori, Bartolomeo Piccolo e Giustino Tranfa, e un professionista Antonio Giuseppe Zerrillo. Divieto di esercitare impresa o professione per cinque imprenditori (Gaetano Criscione, Francesco Di Palma, Fabrizio Merolla e Claudio e Fabio Rossi) e un professionista (Antonello Scocca).