Armando Canò condannato a 18 anni: uccise convivente e mise cadavere in frigo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Novembre 2017 - 10:34 OLTRE 6 MESI FA
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La cantina dello stabile nel quartiere Madonnina a Modena, posta sotto sequestro dall’autorità giudiziaria, nella quale è stato trovato, nascosto in un vecchio frigorifero in disuso, il cadavere di Bernardetta Fella, uccisa dal convivente Armando Canò (foto Ansa)

MODENA – Armando Canò, l’uomo di 50 anni che nel giugno del 2016 ha strangolato la convivente Bernardetta Fella, 55enne, nascondendo poi il cadavere in un grosso frigorifero in cantina, è stato condannato a 18 anni di carcere, con il rito abbreviato. Questa la decisione del giudice del tribunale di Modena in merito al delitto avvenuto in strada Nazionale per Carpi, a Modena.

Una perizia psichiatrica aveva stabilito che l’uomo era ubriaco al momento del delitto ma comunque capace di intendere e di volere. Il pubblico ministero Katia Marino nella precedente udienza aveva chiesto per il 50enne una condanna a 17 anni.

Nel marzo 2017 il quotidiano Il Resto del Carlino aveva scritto che Canò (stando alla perizia psichiatrica) era ben cosciente di quello che faceva uccidendo la compagna Bernardetta nella loro casa sulla strada Nazionale per Carpi a Modena. Si è trattato di un omicidio scaturito da una violenta lite per motivi passionali: l’uomo l’ha afferrata per la gola e l’ha strangolata, poi una volta resosi conto dell’accaduto ha nascosto il cadavere in un frigo nella cantina della casa. Martina Forghieri, la psichiatra che ha eseguito la perizia per la Procura di Modena, sostiene che Canò sapeva quello che stava facendo:

“La relazione è stata definitivamente depositata, dato che ieri mattina in tribunale si è chiusa la fase dell’incidente probatorio sull’omicidio Fella, che vede nell’elaborato proprio l’atto più importante. Ovviamente i contenuti specifici di questo documento sono ‘top secret’, visto che siamo ancora in un passaggio preliminare, ma qualcosa trapela: Canò il giorno dell’omicidio aveva bevuto, aveva una intossicazione acuta da alcol. Ma l’ubriachezza non era tale da compromettere, appunto, la tesi della capacità di intendere e volere. Non si è trattato, difatti, di un episodio da inserire in una intossicazione da alcol cronica, che invece, in tal caso, avrebbe potuto lasciare intendere il contrario.

Tutti i test che il 50enne ha poi affrontato hanno portato a questa conclusione: le capacità di pianificazione e più in generale quelle intellettive confermano che sapeva quanto faceva. Bernardetta Fella, 55 anni, lo ricordiamo, è stata uccisa nella casa in cui conviveva con Armando Canò, in strada Nazionale per Carpi, alla Madonnina. L’uomo dopo averla strangolata ha nascosto il cadavere dentro ad un frigorifero in cantina. L’uomo aveva già picchiato in passato la 55enne. Dopo questo importante passaggio sancito dalla perizia, gli atti tornano al pubblico ministero Katia Marino, che presto potrebbe chiedere il giudizio immediato per il 50enne omicida”.