Scontro tra toghe: Spataro contro Boccassini sulle intercettazioni

Pubblicato il 12 Ottobre 2011 - 13:42 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Nel Tribunale di Milano va in scena la battaglia tra le toghe “rosse”: Armando Spataro contro Ilda Boccassini. Dopo che lei, procuratore aggiunto e capo del pool antimafia di Milano, ha rilasciato dichiarazioni contro l’uso “diffuso” delle intercettazioni sui giornali, lui, leader storico della magistratura progressista, le ha mandato una mail di protesta. Una lettera che, racconta ‘Il Giornale’, comincia con “Cara Ilda”, ma che poi dimentica i toni affettati.

Lei il 4 ottobre dice ad agenzie e giornali: “È evidente che le intercettazioni sono uno strumento importante per la ricerca delle prove, ma non possiamo non riconoscere che c’è stato un cattivo uso di questo strumento da parte della magistratura. Sono stati pubblicati fatti che assolutamente non dovrebbero uscire sui giornali, che nulla hanno a che vedere con le indagini”.

Lui già il giorno dopo, scrive ‘Il Giornale’, le manda una mail con “richiesta di chiarimenti” e la invia per conoscenza anche al procuratore capo Edmondo Bruti Liberati e a tutti i cento e passa pm in servizio a Milano. “Non ti nascondo – scrive Spataro alla Boccassini – che, al di là dell’immediata strumentalizzazione di queste parole da parte di alcuni ben noti quotidiani (il che è fatto che ci può effettivamente lasciare indifferenti), alcuni passaggi del tuo discorso mi sorprendono. Non condivisibile è la sensazione che se ne ricava secondo cui i pm siano sospettabili di passare i verbali ai giornalisti. Vecchio slogan caro a tanti politici di ogni schieramento! Infatti la legge prevede che con l’obbligatorio deposito dei verbali e delle registrazioni cade ogni segreto”.

“Tutti i casi noti di pubblicazione di verbali virgolettati – aggiunge Spataro – sono relativi ad atti depositati, meno uno; quello che proprio la nostra Procura ha efficacemente indagato, dei verbali Fassino-Consorte. Mi pare frutto di una indebita generalizzazione anche l’affermazione secondo cui ‘non possiamo non riconoscere che c’è stato un cattivo uso di questo strumento da parte della magistratura’. Dove, quando, da chi, in quale indagine? Meglio precisare, facendo così intendere che si parla a ragion veduta anziché per formule”. Ma a fare arrabbiare Spataro è soprattutto la previsione della Boccassini che “fin quando lo scontro tra poteri sarà così violento, non sarà possibile l’autocritica di entrambe le parti”. Ribatte Spataro: “La nostra storia degli ultimi vent’anni, di cui sei stata efficace co-protagonista, non parla affatto di scontri tra poteri ma di aggressione dell’uno sull’altro”.