Arrestato l’ex presidente della Provincia di Salerno accusato di bancarotta fraudolenta

di Paolo Riva*
Pubblicato il 3 Novembre 2010 - 14:29 OLTRE 6 MESI FA

Avrebbe intascato 3 milioni di euro dal fallimento dell’azienda di famiglia. É con questa accusa che l’ex presidente della provincia di Salerno Angelo Villani, ex popolare ed ex democratico, è stato arrestato insieme alle sorelle Elisa e Giovannina e al loro legale Bartolomeo Pagano.

Le indagini della Guardia di Finanza, che hanno portato il procuratore di Salerno a formulare l’accusa di bancarotta fraudolenta e a emettere le ordinanze di custodia cautelare con arresti domiciliari e, si sono concentrate sul fallimento del gruppo “Alvi” e della “Sannio Discount Srl”, entrambi di proprietà della famiglia Villani.

Alvi Spa, fallita nel dicembre 2009

I fratelli, secondo la ricostruzione degli investigatori, avrebbero svuotato il patrimonio aziendale e, attraverso una serie di complesse operazioni, avrebbero fatto affluire nelle casse di altre loro società una somma vicina ai 3 milioni di euro.  La Alvi spa, fallita nel dicembre 2009, era una consolidata catena della grande distribuzione con 60 punti vendita tra Puglia e Campania e 1300 lavoratori impiegati, calcolando anche l’indotto.

Massimo Villani se ne è sempre occupato, di pari passo con la sua carriera politica. Cinquantaquattro anni, originario di San Marziano sul Sarno, ha cominciato nella DC, è stato sindaco di Nocera Superiore per poi diventare consigliere regionale in Campania nelle fila dei Popolari. Dal 2004, per cinque anni  è stato presidente della Provincia di Salerno, eletto con il 51 percento dei voti a capo di una coalizione di centro sinistra. Confluito nel Partito Democratico, Villani si è ripresentato alle provinciali del 2009, ma, uscitone sconfitto, è ritornato ad essere consigliere, questa volta per il gruppo misto.

Le voci su un suo possibile arresto si erano già rincorse nel gennaio scorso, poco dopo il fallimento dell’azienda. Proprio in quell’occasione, Villani aveva consegnato alle autorità passaporto e carta d’identità per mostrare la sua volontà di non sottrarsi alle indagini. E anche dopo l’arresto, per bocca del suo avvocato, si è detto “sereno e pronto a chiarire nelle sedi competenti le vicende oggetto di questo provvedimento”.

Nella sua residenza, le Fiamme Gialle hanno sequestrato alcuni beni, tra i quali spiccano orologi e penne stilografiche di pregio e 27 quadri il cui valore sarà presto valutato.

*Scuola di Giornalismo Luiss