COSENZA – Era stato condannato a sedici anni di carcere per aver ucciso la ex fidanzata Debora Fuso nel 2016 a Magnago, in provincia di Milano. E ieri, 19 giugno, Arturo Saraceno si è ucciso nel penitenziario di Rossano Calabro (Cosenza).
L’uomo, 36 anni, si è impiccato in bagno con la cintura dell’accappatoio. Lo ha confermato il suo avvocato, Daniele Galati, il quale ha dichiarato di voler “far luce sull’accaduto, dato che avrebbe dovuto essere piantonato a causa dei pregressi tentativi di suicidio”.
Saraceno aveva chiesto e ottenuto il trasferimento dal carcere di Busto Arsizio (Varese) a quello di Rossano per poter ricevere le visite dei suoi familiari, residenti in Calabria.
Secondo quanto ha riferito Emilio Enzo Quintieri, già Consigliere Nazionale dei Radicali Italiani e candidato Garante Regionale dei Diritti dei Detenuti della Calabria che proprio questa mattina era presso la Casa di Reclusione di Rossano per una riunione con la Direzione dell’Istituto, Saraceno “proveniva dalla Casa Circondariale di Busto Arsizio (Varese) e da pochi mesi era stato trasferito temporaneamente alla Casa di Reclusione di Rossano affinché potesse effettuare i colloqui con la sua famiglia. Era molto seguito dallo staff multidisciplinare dell’Istituto ma non aveva mai dato problemi di alcun genere. Questa mattina, intorno alle ore 9:00, ha atteso che il compagno di cella si recasse al cortile passeggio ed utilizzando la cintura del suo accappatoio, si è appeso alle sbarre della finestra del bagno della camera detentiva. Nonostante la scoperta immediata ed i primi soccorsi da parte del personale di polizia penitenziaria, quando è arrivata l’ambulanza, non c’è stato niente da fare. I sanitari del 118 non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso”. (Fonti: Ansa, Strettoweb)