Arzachena, bambino segregato in camera, un secchio per i bisogni. Arrestati genitori e zia

di redazione Blitz
Pubblicato il 11 Dicembre 2019 - 14:12 OLTRE 6 MESI FA
Arzachena, bambino segregato in camera, un secchio per i bisogni. Arrestati genitori e zia

(Ansa)

TEMPIO PAUSANIA  –  Segregato nella sua cameretta per ore al buio, senza il materasso, e con un secchio per fare i bisogni. Questa e altre torture sarebbero state inflitte per anni ad un bambino di 11 anni di Arzachena (Olbia-Tempio), liberato l’estate scorsa dai carabinieri nella villetta ribattezzata degli orrori.

Dopo l’arresto dei genitori, ora ai domiciliari, martedì sera, su disposizione del Tribunale di Tempio Pausania, i militari hanno stretto le manette ai polsi anche alla zia del bambino, cognata del papà. Secondo i riscontri dei carabinieri sarebbe stata proprio la zia a dettare la linea educativa che la coppia infliggeva al figlio.

Analizzando il contenuto dei telefoni cellulari dei genitori, gli investigatori hanno potuto ascoltare conversazioni e leggere messaggi che hanno convinto il giudice a emettere l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per la zia.

Secondo quanto appurato dagli inquirenti, sarebbe stata lei ad istigare le azioni della mamma, spingendola a punire severamente il figlio, ritenuto troppo vivace e irrequieto. Le punizioni sistematiche, che venivano messe in atto da anni, consistevano nella segregazione in camera del bambino, che veniva rinchiuso nella sua stanza per ore, al buio, senza il materasso, e con un secchio per fare i bisogni.

Il piccolo veniva anche percosso, e quando era lasciato solo nella sua stanza, gli venivano fatte ascoltare delle voci preregistrate che gli dicevano: “Andrai all’inferno”. Sullo stesso smartphone la zia, secondo l’accusa, avrebbe registrato anche alcune voci distorte a simulare suoni demoniaci per terrorizzare il ragazzino e per ricordargli che sarebbe andato all’inferno. L’intento era quello di spaventarlo a morte per renderlo buono e obbediente. 

Torture fisiche e psicologiche che il bambino ha descritto dettagliatamente nel diario segreto che nascondeva in camera. In tutta la vicenda assume dunque un ruolo dominante la zia: oltre a dettare le regole di condotta ai genitori, si comportava come se fosse lei la genitrice, tenendo i contatti preferenziali con la scuola e gli altri ambienti di frequentazione del nipote.

Tutto questo emerge nelle indagini di Procura e carabinieri, che dopo l’arresto dei genitori hanno raccolto tutte le informazioni utili sentendo decine di testimoni, sia in ambito famigliare che scolastico. Per ora la donna arrestata resta rinchiusa nel carcere di Bancali, a Sassari, mentre il bambino cerca di cominciare una nuova vita ospite in una casa protetta. (Fonte: Ansa)