Assicurazioni, il Fatto: “Pronto Decreto Monti che dimezza i risarcimenti”

Pubblicato il 4 Aprile 2013 - 15:07| Aggiornato il 11 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Un provvedimento del governo Monti che dimezza i risarcimenti alle vittime degli incidenti stradali da parte delle assicurazioni potrebbe essere presto approvato: secondo quanto scrive il Fatto Quotidiano l’atto in questione, un Decreto del Presidente della Repubblica, “riduce, o meglio dimezza, i risarcimenti per i danni alla persona compresi tra 10 e 100 punti di invalidità, quelli più gravi”.

Proprio per evitare che il Dpr sia firmato da Giorgio Napolitano l’Associazione nazionale esperti di infortunistica stradale (Aneis) e l’Associazione Vittime della strada hanno lanciato un appello al Presidente contro quello che definiscono “un provvedimento che punisce chi non ha colpa e che lede la dignità di chi ha diritto ad un equo risarcimento piuttosto che ad una pietosa elemosina“.

Il Fatto Quotidiano ripercorre le tappe che hanno portato a questo Decreto.

Che dovessero esistere delle tabelle nazionali con i valori del risarcimento è stabilito dal Codice delle assicurazioni entrato in vigore nel 2006: quel testo delegava il governo ad adottarli entro 24 mesi (gennaio 2009). Le tabelle per i danni da 1 a 9 punti arrivarono quasi subito, delle altre non se ne fece niente per anni, esattamente fino al 3 agosto del 2011 – dunque a delega ampiamente scaduta – quando il governo di Silvio Berlusconi (incidentalmente proprietario di una compagnia assicurativa) presentò uno schema di Dpr in linea con quello che circola in questi giorni, ma meno drastico nel tagliare i risarcimenti.

A questa decisione, scrive il Fatto Quotidiano, si era arrivati dopo che la Cassazione aveva stabilito che le Corti d’Appello “avrebbero dovuto far riferimento per la quantificazione economica del danno biologico da 10 a 100 punti alle tabelle applicate dal Tribunale di Milano”.

A quel punto le compagnie di assicurazione si allarmarono e parlarono di un loro possibile fallimento. Anche se, scrive il Fatto Quotidiano, “con le tabelle milanesi ancora in uso e in piena crisi, l’anno scorso hanno dichiarato quasi tutte vagonate di utili”.

Il Decreto di Berlusconi venne comunque bloccato nel 2011 dalla rivolta delle associazione e dal Parlamento. Poco dopo una mozione chiese un nuovo Decreto. Ci furono riunioni al ministero dello Sviluppo con associazioni e avvocati, ma nulla di fatto. Fino alle ultime notizie riportate dal Fatto Quotidiano che parlano di un nuovo Decreto del governo Monti. Il motivo, secondo quanto scrive il giornale, è che “il Tribunale di Milano ha recentemente pubblicato le sue nuove tabelle per i risarcimenti, rivalutate sulla base dell’inflazione“, il che vuol dire, spiega sempre il quotidiano, che il Tribunale “ha alzato gli importi tenendo conto dell’aumento dei prezzi”.

Il Fatto riporta alcuni stralci del Decreto:

i criteri del risarcimento, si legge nella relazione illustrativa, devono essere “certi, uniformi, adeguati e sostenibili”. Vale a dire sostenibili per le assicurazioni. Come? Ce lo spiega l’Associazione vittime della strada: “Un giovane di 35 anni che subisce un danno biologico del 50 % (perdita totale dell’avambraccio o totale di una mano) è oggi risarcito, come previsto dalle tabelle milanesi, con un ammontare, che include anche il danno morale, da un minimo di 363. 659 euro fino a 454. 000 euro (compresa la personalizzazione). Con le nuove tabelle tali valori rischiano di dimezzarsi”. Quanto alla forma, sostiene l’avvocato Massimo Perrini, segretario della commissione Rc Auto dell’Organismo unitario dell’avvocatura, “c’è almeno un problema di opportunità: non solo la delega è scaduta, ma praticamente anche il governo. Poi c’è il fatto che se al governo fosse interessato stabilire un ‘ criterio unico ’ per il risarcimento, ebbene quello già esisteva e persino con la benedizione della accademia medico-legale italiana, mentre se questo sarà il testo definitivo l’unico criterio a contare sarà stato l’abbattimento dei risarcimenti”.

Anche Libero, il 5 aprile, ha ripreso la notizia, riportando le modifiche alle tabelle del Tribunale di Milano.

Per un danno da 50 punti d’invalidità a 35 anni oggi le tabelle milanesi prevedono un risarcimento base di 384.000 euro aumentabile fino a 480.000 in casi di particolari sofferenze. I nuovi valori ministeriali partirebbero da 220.000 euro. Il macroleso non è un soggetto che sta millantando colpi di frusta o mali che non ha. È un invalido grave. È una persona che, almeno per i danni da 30 punti in su, avrà la vita segnata da limitazioni funzionali e lavorative. Privazioni e sofferenze. Uno Stato serio può rispondere colpendo con decretini dell’ultima ora senza alcuna discussione parlamentare le prerogative delle persone che soffrono? Mai un provvedimento pasquale o ferragostano contro i privilegi delle varie caste nazionali: sempre e solo calci al fondoschiena dei poveri-cristi. Sempre sforbiciate e penalizzazioni a chi è già nel tunnel della difficoltà.