Avellino, attentato al centro per l’impiego: bomba per protestare contro il lockdown nel 2020

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Luglio 2021 - 09:24 OLTRE 6 MESI FA
Avellino, attentato al centro per l'impiego: bomba per protestare contro il lockdown nel 2020

Avellino, attentato al centro per l’impiego: bomba per protestare contro il lockdown nel 2020 (Foto Ansa)

Attentato al centro per l’impiego di Avellino nel 2020. Due persone avevano messo una bomba per protestare contro il lockdown dovuto al Coronavirus. Secondo l’accusa, avrebbero progettato anche altri attentati, mai portati a termine. E adesso, dopo oltre un anno, sono stati arrestati.

Avellino, attentato al centro per l’impiego: la bomba nel maggio 2020

Progettarono, costruirono e fecero esplodere una bomba che nel maggio 2020 provocò ingenti danni al centro per l’impiego di Avellino. Un attentato organizzato per manifestare il proprio dissenso nei confronti dei provvedimenti emessi dal Governo per contrastare il contagio da Covid-19. Si parla del lockdown imposto dal governo Conte per affrontare l’emergenza Coronavirus.

E’ l’accusa che viene contestata dalla Procura di Napoli a due simpatizzanti dei “Movimenti Spontanei Popolari“. Ai due viene contestata, tra l’altro, l’aggravante terroristico-eversiva.

Contestati anche i reati di terrorismo ed eversione

Particolarmente gravi i reati contestati ai due. Oltre alla circostanza aggravante per reati commessi per finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, gli inquirenti li ritengono responsabili di un atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi, e della fabbricazione, detenzione e porto in luogo pubblico di esplosivi.

I due indagati aderirono all’iniziativa dei “Movimenti Spontanei Popolari“, finalizzata a denunciare il presidente del Consiglio dei Ministri (carica ricoperta all’epoca da Giuseppe Conte, ndr) per “attentato contro la costituzione dello Stato, abuso d’ufficio e violenza privata” in relazione alle restrizioni introdotte dal Governo per arginare la pandemia.

Entrambi, infatti, il 30 aprile 2020, presentarono un esposto ai carabinieri di Avellino. Nel corso dell’attività investigativa, scrive l’Ansa, sono emersi gli intenti rivoluzionari dei due indagati. Manifestati, peraltro, anche durante manifestazioni pubbliche organizzate ad Avellino come quelle dell’ottobre 2020.