Aviano, marocchino con badge falso entra nella base Usa

di redazione Blitz
Pubblicato il 30 Agosto 2017 - 16:13 OLTRE 6 MESI FA
Aviano, marocchino con badge falso entra nella base Usa

Aviano, marocchino con badge falso entra nella base Usa (Foto Ansa)

AVIANO (PORDENONE) – Si finge militare americano e con un badge falso riesce ad entrare nella base americana di Aviano (Pordenone), una delle più grandi strutture militari statunitensi in Europa.

L’uomo, cittadino marocchino di 25 anni residente a Conegliano Veneto (Treviso), è stato arrestato dai carabinieri mentre, a bordo di una BMW 318, insieme a due soldatesse statunitensi, tentava di entrare nella base Usa di Aviano (Pordenone) con un badge falso rilasciato a nome di un vero soldato in servizio all’Usafe (United States Air Forces in Europe).

L’episodio, riferisce Il Gazzettino, è avvenuto nella notte fra il 7 e l’8 luglio scorso. L’uomo si trova tuttora agli arresti domiciliari. Le indagini condotte dai carabinieri, anche con l’ausilio del Ros di Udine, e coordinate dalla Procura di Pordenone hanno escluso rischi di terrorismo. “Non c’è nessun elemento che possa rendere la situazione preoccupante sotto il profilo del terrorismo”, ha spiegato il Procuratore di Pordenone Raffaele Tito.

Resta da capire, sottolinea il quotidiano veneto, come sia possibile che una persona qualunque riesca ad entrare in una struttura militare considerata tatticamente e geograficamente molto importante, anche in virtù dei nuovi possibili scenari di crisi internazionale, dove sono di stanza due squadroni di cacciabombardieri F-16, oltre allo squadrone per il controllo aereo.

Insomma, come scrive il Gazzettino, 

Un perimetro super-blindato, divenuto (almeno così si pensava) praticamente invalicabile dopo gli attentati terroristici rivendicati dall’Isis che hanno sconvolto l’Europa. Eppure il venticinquenne marocchino ce l’aveva quasi fatta. Anzi, nel corso delle indagini affidate alla Procura di Pordenone, è stato appurato che nella Base era già entrato più di una volta e che, quindi, quel badge falso, a nome di un vero soldato dell’Usafe, aveva fatto il suo dovere.