Baby squillo Parioli, Agnese: “Mamma sapeva che spacciavo, solo quello però”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Gennaio 2014 - 10:38 OLTRE 6 MESI FA
Baby squillo Parioli, Agnese: "Mamma sapeva che spacciavo, solo quello però"

Baby squillo Parioli, Agnese: “Mamma sapeva che spacciavo, solo quello però”

ROMA – “Figlia mia, spaccia pure ma stai attenta ai clienti”: è il senso di quanto avrebbe detto la madre di una delle due baby squillo dei Parioli ora in carcere a Rebibbia. Lo si può dedurre dalle parole della figlia Agnese, 15 anni, riferite da Adelaide Pierucci su Leggo. 

La più giovane delle due ragazze che si prostituivano nella cosiddetta “Roma bene” difende sua madre davanti ai magistrati che indagano sullo scandalo che ha portato all’arresto di cinque persone.

 

“Non se lo merita proprio mia madre di stare là. Non se lo merita. È là da due mesi. Come fate voi a capire? Non ci siete passate. Se mia madre pure lo sapeva io l’avrei detto, tanto ormai sto in comunità. Cioè ormai ho perso tutto, ma che mi frega. Se mia madre c’entrava qualcosa io lo dicevo, ma non c’entra, è la verità. Mi ricordo ancora la sua faccia quando sono venuti i carabinieri. Lei non sapeva niente della prostituzione”.

Non sapeva nulla della prostituzione, forse, ma credeva che la figlia spacciasse. Anche se c’è da chiedersi come potesse pensare che la figlia riuscisse a darle cento euro al giorno solo spacciando cocaina.

“Per un periodo gli ho dato cento euro al giorno, ma lei non sapeva nulla della mia attività. Dopo gli ho detto che spacciavo. Ovviamente pure lei pensava che era grave, poi però ci si abitua a tutto. Comunque l’ho vissuta ’sta cosa e lei ci stava male pure per ’sto fatto, pure quando gli davo i soldi, cioè non è che era felice”.

Secondo Agnese la madre era convinta che spacciasse cocaina nella casa dei Parioli in cui andava ogni pomeriggio dopo scuola, tanto da dirle di stare attenta ai clienti.

“Lei sapeva che là incontravo i clienti a cui fornivo cocaina. “Stai attenti a sti clienti”, mi diceva. Mia mamma è come se vedesse in me un’ancora di salvezza”.

Agnese ha raccontato ai magistrati la loro vita, sua e di sua madre:

“Pagavamo 800 euro di affitto e lei come commessa ne guadagna 800. Mia madre i soldi me li dava, ma non tanti quanti ne avrei voluti, così ho cominciato a prostituirmi”.

Ai pm la ragazzina ha raccontato le sue giornate, la sua vita dopo essere entrata nel giro della prostituzione di lusso. Le mattine senza scuola per “portarsi avanti con il lavoro”, le serate in discoteca, le vacanze a Ponza con tre grammi e mezzo di cocaina portata dall’amica rifornita dal cliente-pusher e imprenditore Marco Galluzzo.

A quel punto, quando la madre si è accorta che la ragazzina saltava la scuola, ha minacciato di ritirarla.

“O ti organizzi o ti ritiro da scuola. Mi ha detto questo perché visto che io non stavo andando a scuola in questo periodo, non ci stavo più andà. Perché dicevo così la mattina mi avvantaggio, vado là da Mimmi (ai Parioli) a cominciare dalla mattina. Però va be’ questa è stata una scelta mia e della mia amica, mia madre non c’entrava niente”.

“Non è giusto che lei venga accusata. Ok, si, parzialmente non si è comportata bene comunque. Cioè io lo riconosco, per carità, però non mi ha mai fatto mancare niente. Io non rimpiango, io sono felice comunque che le davo una mano. Non so come spiegarvelo”.