Bagnasco: “Serve rinnovamento della politica e rispetto della legalità”

Pubblicato il 18 Marzo 2010 - 20:54 OLTRE 6 MESI FA

Angelo Bagnasco

Un profondo rinnovamento della politica, che riporti in primo piano i valori del rispetto della legalità e del senso dello Stato e dalla cittadinanza. Questo l’auspicio espresso nella serata di giovedì 18 marzo dal presidente della Conferenza episcopale italiana, Angelo Bagnasco, intervenuto al PalaSharp di Milano ad un convegno sulla «Sfida educativa», organizzato da Comunione e Liberazione.

Le parole di Bagnasco  anticipano concetti che il porporato riprenderà probabilmente anche lunedì prossimo a Roma quando – a pochi giorni dalle elezioni regionali – aprirà i lavori del Consiglio permanente della Cei, il ‘parlamentino’ dei vescovi italiani.  A Milano, di fronte ad una platea di ‘ciellini’, Bagnasco ha sottolineato l’importanza di “porre attenzione alla res publica e quindi alla cittadinanza nella polis che trova nell’impegno politico la sua più alta forma di espressione”.

«Il sogno di allargare le generazioni dei politici cristianamente ispirati, che siano in grado di rinnovare profondamente questo fondamentale ambito dell’esistenza, passa – ha detto l’arcivescovo di Genova – attraverso la capacità di educare e formare al senso della cittadinanza e dello Stato, della legalità e dell’impegno nella società civile». Fra l’altro, ha osservato con allarme il porporato, la democrazia, nel suo significato più profondo, sta perdendo il suo significato tra le giovani generazioni.

«L’appello alla partecipazione e alla passione, merce troppo rara nel nostro attuale contesto, se non vuol essere solo retorico, chiede energie e risorse da destinare all’educazione delle giovani generazioni che, se hanno ricevuto, dandola per scontata, la democrazia, troppo spesso – ha avvertito Bagnasco – non sembrano in grado di abitarla e viverla in riferimento ai valori fondamentali della giustizia, della libertà e della pace». In un discorso che ha preso spunto dagli insegnamenti del filosofo cattolico Antonio Rosmini, il porporato ha anche denunciato il deficit di «buona educazione» che affligge l’Italia.

A questo problema – ha rimarcato il porporato – «una risposta efficace non può venire da una comunità che si limita ad affrontare questo deficit come se si trattasse di una ‘emergenza’ piuttosto che di un ‘compito’ quotidiano”. “E – ha proseguito – a richiedere che quello pedagogico venga considerato un compito quotidiano, non sono circostanze episodiche, seppure preoccupanti, né il moltiplicarsi dei segnali di cattiva o inesistente educazione. A chiedere che quello pedagogico venga considerato un compito quotidiano – ha concluso – è la natura stessa dell’uomo».