Bambini condannati alla pasta senza sale, sharia salutista negli asili a Milano

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 2 Maggio 2017 - 07:40 OLTRE 6 MESI FA
Bambini condannati alla pasta senza sale, sharia salutista negli asili a Milano

Bambini condannati alla pasta senza sale, sharia salutista negli asili a Milano

ROMA – Bambini, bambini che mangiano alla mensa dell’asilo. Condannati alla pasta senza sale, al riso condito solo con il basilico, alla frittata insipida. Perché una sharia salutista, una ideologia estrema fatta legge e regolamento obbligatori per tutti, comanda e dispone nella testa e nei dirigenti di Milano Ristorazione, società partecipata dal Comune.

Dal 19 di aprile i nuovi menù della mensa dei bambini bandiscono da primi, secondi e contorni il sale. Attenzione, non il troppo sale. Bandiscono il sale, tutto. Neanche fosse veleno. Poco ci manca che sia veleno nella testa degli ideologi del fondamentalismo salutista, infatti il sale nei cibi viene definito “doping”. Insomma più o meno droga che dà assuefazione e per questo i loschi e scaltri fabbricanti di cibi (le multinazionali?) ci mettono il sale, per indurci, renderci schiavi del…mangiar saporito.

Resta da spiegare quali fossero le multinazionali dietro alla millenaria ricerca del sale che l’umanità da sempre pratica sia per conservare che per insaporire il cibo…Ma questi sono dettagli trascurabili quando si opera appunto in nome del fondamentalismo. La sharia alimentare anti sale, la fatwa anti sale partita nelle mense degli asili nido ha ampie ambizioni, consiglia infatti ai genitori di non fare storie e di “cogliere l’opportunità” per mangiare insipido anche a casa. Si chiede uniformità ideologica nei comportamenti, chiederanno anche ai bambini se i genitori si sono adeguati e comportati bene oppure no?

Come è ovvio un limitato uso di sale nell’alimentazione è salutare. E abituare fin da piccoli a non eccedere è cosa buona e utile. Ma la salute non è salutismo, solo una parossistica e paranoica propensione all’eccesso auto punitivo può bandire il sale nell’acqua della pasta.

Eppure va così nella testa di Milano Ristorazione che sperimenta, anzi attua, nei piatti dei bambini negli asili di Milano. Dietro il bando del sale non si fatica a intravedere una cultura, una pedagogia, una sociologia in fondo tra loro coerenti. Quali? Forse è un caso e forse no che l’articolo che riporta la notizia del sale bandito dalle mense degli asili sia impaginata dal Corriere della Sera sotto un testo di Ernesto Galli della Loggia dove si legge tra l’altro “ideologia fondata su categoria di inclusione che da decenni domina la nostra scuola, cioè l’idea che compito della scuola non sia quello di impartire conoscenze e accertare il grado del loro effettivo apprendimento, bensì soprattutto quello di non lasciare indietro nessuno…”.

Qui, proprio qui, in questa orrore della competenza, in questo fastidio e rifiuto verso l’acquisizione di competenze definite, in questo universo gassoso dove ogni opinione-bisogno è pur sempre in qualche modo fondata, galleggiano e sbocciano le demi-sciences, le cento e mille discipline tanto informali quanto assertive. Il salutismo non è che una delle tante bolle gassose che poniamo a difesa immaginaria di noi stessi, in fondo uno scongiuro. E gli scongiuri, si sa, hanno bisogno di demoni: stavolta il sale.