Solo 1 bambino su 3 in vacanza questa estate: la crisi colpisce le famiglie monoreddito

Pubblicato il 4 Agosto 2011 - 13:57 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Niente vacanze per 33 bambini su 100 questa estate. La crisi economica incalzante che ha colpito le famiglie implicano che un 1 bambino su 3 rimarrà a casa secondo un’indagine dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, che si è concentrata su su un campione di 100 famiglie monoreddito con almeno un figlio di età inferiore ai 10 anni residenti tra il centro nord ed il centro sud.

Il rapporto ha evidenziato come il 66 per cento dei bambini meridionali rimarrà a casa, contro il 34 per cento dei settentrionali, ritraendo una situazione che vede l’impossibilità per il 28 per cento delle famiglie intervistate di conciliare le spese di un’eventuale vacanza con quelle di mutui contratti per l’acquisto della casa, mentre il 41 per cento deve fare i conti con le spese di ordinaria amministrazione come cibo, affitto e bollette. A preoccupare il 6 per cento delle famiglie che rinunceranno alle vacanze è il risparmio per investire nelle spese scolastiche del prossimo autunno, che limiteranno alle gite fuori porta nei weekend i momenti di vacanza.

Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio, ha spiegato che “dover rinunciare alle vacanze significa negare ai bambini un’occasione per confrontarsi con realtà avulse dalla quotidianità”. Marziale, che è anche consulente della  commissione parlamentare per l’infanzia, ha sottolineato che “è durante le vacanze che il bambino può evadere dalle consuetudini domestiche, fatte per lo più di consumi tecnologici, sperimentando una dimensione socializzante e responsabilizzante. Evadere dalla routine significa anche favorire nel bambino il desiderio di ritorno alla normalità con minor fatica e maggiore predisposizione all’apprendimento”.

Alessandro Pedrini direttore generale dell’Osservatorio, ha osservato: “i dati emersi dal nostro laboratorio confermano come l’attuale momento di congiuntura finanziaria negativa che attraversa l’Italia colpisca maggiormente le famiglie. Ci troviamo al cospetto di una situazione estremamente critica e destinata ad aggravarsi, se consideriamo che sempre più imprese si vedono costrette a licenziare e mettere in cassa integrazione padri di bambini piccoli che oltre a dover rinunciare alle vacanze corrono il rischio di vedersi chiudere le porte di accesso ai percorsi di istruzione e formazione. Una iattura per il futuro del Paese, che fa a pugni con i privilegi di una casta spregiudicata e incapace di elaborare correttamente i bisogni della gente, bambini compresi”.

La rinuncia alle vacanze può sembrare per le famiglie il semplice taglio di una voce superflua nel proprio bilancio economico, ma per il sociologo Marziale parla di vero e proprio “diritto negato”, che è solo il primo segnale di una spaccatura tra famiglie ricche e povere che si ripercuote su tutti gli aspetti economici della vita dei bambini.