Trentamila bamboccioni fanno causa a mamma e papà: “Manteneteci anche a 30 anni”

Pubblicato il 8 Ottobre 2012 - 13:26 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Ha 29 anni, è fuori corso all’università. Nella migliore delle ipotesi lavora con contratto precario. Spesso vive con mamma e papà. E’ l’identikit del “bamboccione” medio italiano: 7 milioni vivono con i genitori anche superati i 30 anni. In 30mila hanno fatto causa al padre (o alla madre) per avere l’assegno di mantenimento nonostante un’età non proprio tenera.

Nel 58% dei casi ad essere citati in giudizio sono i padri, nell’8% le madri e nel 24% entrambi i genitori. L’età media dei figli che richiedono l’assegno è di ben 29 anni e hanno redditi non superiori a 10mila euro. L’età media dei genitori è di 59 anni per il padre e 57 per la madre.  Nel 70% dei casi si tratta di figli iscritti all’Università, anche fuori corso da anni. Nel 30% invece, di figli disoccupati o con occupazione precaria, temporanea o a nero. Il 65% dei casi giudiziari riguarda figli di sesso maschile.

In effetti la legge li favorisce: i genitori hanno infatti l’obbligo di mantenere i figli anche maggiorenni, senza un limite d’età. Un obbligo che resta in piedi se i figli non hanno un reddito sufficiente. Il “bamboccione”, infelice ma fortunata definizione del ministro Padoa Schioppa, è una figura sociale diffusissima in Italia. Il 91,8% dei maschi e l’82% delle femmine vive con i genitori nella fascia 18-24 anni. Il dato è significativo anche per la fascia di età 25-34 anni: il 47% dei maschi e il 32% delle femmine. Le ragazze, superati i 25 anni, sono più propense a lasciare la famiglia e a cercare una nuova abitazione.

Due casi eclatanti, entrambi del 2010. Quell’anno ci fu il caso di un ingegnere 40enne che fece ricorso in Cassazione pur di avere l’assegno dal padre. Gli andò male però, perché i giudici decisero che il suo stipendio era sufficiente a mantenerlo. Diverso invece l’esito della storia giudiziaria di una studentessa fuori corso (32 anni) del Trentino. Il padre le pagò la retta fino ai 29 anni poi, visto che la ragazza non si laureava, ha deciso di tagliare sulle spese universitarie. A 32 anni però la ragazza si è finalmente convinta a concludere il corso di Filosofia. E per riavere i soldi della retta universitaria dal padre ha dovuto rivolgersi al giudice. Vincendo la causa.