Banca Etruria, perquisizioni per suicidio Luigino D’Angelo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Dicembre 2015 - 11:05 OLTRE 6 MESI FA
Banca Etruria, perquisizioni per suicidio Luigino D'Angelo

Banca Etruria, perquisizioni per suicidio Luigino D’Angelo

CIVITAVECCHIA (ROMA) – Perquisizione da parte della Guardia di Finanza nella sede di Civitavecchia (Roma) di Banca Etruria, nell’ambito dell’inchiesta sul suicidio del pensionato Luigino D’Angelo, avvenuto lo scorso 28 novembre. L’uomo, titolare di obbligazioni subordinate della banca, si è ucciso nella cittadina laziale dopo aver scoperto l’azzeramento del suo capitale. A qualche giorno di distanza dalla morte dell’uomo, nel suo computer è stata trovata una lettera nella quale si racconta dell’investimento in obbligazioni subordinate della ex Popolare e della successiva richiesta di rivenderle, per rientrare del capitale investito. Una domanda che si sarebbe persa, secondo il racconto della moglie, sempre nel vuoto.

Proprio per fare chiarezza su come quei prodotti finanziari, i cui rischio era elevato, siano finiti in tasca a un risparmiatore del genere e sulle motivazioni che ne hanno impedito la successiva vendita, è intervenuta la Procura a Civitavecchia. Il pm Alessandra D’Amore, titolare dell’inchiesta contro ignoti per istigazione al suicidio e per truffa, nei giorni scorsi ha richiesto la documentazione bancaria di Luigino e vuole accertare se il pensionato fosse a conoscenza dei rischi della sottoscrizione di un’obbligazione subordinata, ossia esposta in caso di insolvenza della banca. Esaurito l’esame della documentazione saranno sentiti testimoni della vicenda ed i responsabili della banca.

Il magistrato non esclude che il pensionato possa essere stato raggirato ed indotto ad acquistare i titoli subordinati di Banca Etruria. Ed in questo contesto saranno valutati attentamente tutti i documenti relativi alla posizione di D’Angelo e il “percorso” dei suoi investimenti, dal primo rapporto aperto con Banca Etruria fino al giorno del suicidio.

Come spiega Repubblica,

Luigino D’Angelo aveva acquistato i titoli subordinati di Banca Etruria all’inizio del 2013, investendo gran parte dei suoi risparmi (110 mila euro, secondo alcune indiscrezioni). Non era riuscito ad ottenere la restituzione del denaro e, saputo di aver perso tutto, il 28 novembre scorso si è ucciso, lasciando la lettera digitale di addio alla moglie. “Chiedo scusa a tutti per il mio gesto – ha scritto -. Non è per i soldi, ma per lo smacco subito”.

Oltre alla vicenda giudiziaria sulla tragica fine del pensionato, procede quella che riguarda gli ex vertici di Banca Etruria, che con il loro operato avrebbero spolpato l’istituto. La politica prepara intanto la sua commissione d’inchiesta: “Agiamo con la volontà di fare chiarezza, vogliamo capire la dinamica dei tanti, troppi episodi che negli ultimi quindici anni hanno danneggiato i risparmiatori”, dice in un’intervista il senatore Pd, Andrea Marcucci, firmatario della proposta di legge per istituire la commissione bicamerale sugli stati di crisi e dissesto delle banche.