Banche, pensionati risparmiatori contestano Renzi: rischiano il foglio di via da Pistoia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Dicembre 2017 - 06:15 OLTRE 6 MESI FA
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Banche, pensionati risparmiatori contestano Renzi: rischiano il foglio di via da Pistoia

PISTOIA – Banche, pensionati risparmiatori contestano Renzi: rischiano il foglio di via. Uno dei due, Moreno Gazzarrini, 59 anni ed ex dipendente di Equitalia racconta: “Nessuno di noi ha fatto niente di male. Avevamo uno striscione con su scritto “Vittime del Salvabanche” ed eravamo sul marciapiede di via Pertini. Quando è arrivato il corteo di auto con il pulmino che trasportava Matteo Renzi, io sono sceso in strada passando sulle strisce pedonali. Abbiamo mostrato bene lo striscione. Poi un autista è sceso e mi ha spintonato per farmi togliere dalla strada. Quindici o venti minuti dopo, due persone in borghese, evidentemente due agenti della Digos, mi hanno chiesto i documenti. Soltanto a casa, poi, mi sono accorto che avevo lividi e la camiciola strappata. Insomma, i danni li ho subiti io”.

Moreno Gazzarrini racconta così l’iniziativa di protesta che ha inscenato insieme a una decina di persone il 24 novembre, a Pistoia, in occasione della visita del segretario del Pd Matteo Renzi (per l’associazione, principale responsabile delle perdite subite dai risparmiatori ex Banca Etruria). Una protesta che ora rischia di fargli subire un foglio di via da Pistoia, il divieto di rimettere liberamente piede in città fino a tre anni.

Come riporta Il Tirreno:

Gazzarrini ha ricevuto la comunicazione di avvio del procedimento per il foglio di via dalla questura di Pistoia il 27 novembre . Stessa sorte toccata ad Angiolino Campigli, 72 anni, di Lamporecchio, anche lui un veterano delle proteste degli ex correntisti di Banca Etruria. «A me – dice Campigli – i documenti li hanno addirittura chiesti prima che arrivasse il treno di Renzi. Glieli ho dati. Eravamo a metà strada tra la questura nuova e la stazione. Mi hanno detto di non entrare in stazione e di rimanere fuori, dov’ero. Avevo con me un piccolo megafono e me lo hanno fatto posare sul muretto. L’ho ripreso solo dopo che tutto era successo».