Banchetti nuziali, prostitute e tessuti: perchè il gip ha detto no alla scarcerazione della “cricca”

Pubblicato il 9 Marzo 2010 - 09:35 OLTRE 6 MESI FA

Angelo Balducci

Rimangono in carcere gli imprenditori e i funzionari collegati allo scandalo dei grandi eventi che ha coinvolto anche la Protezione civile. Nella giornata di lunedì 8 marzo tre di loro, Angelo Balducci, Mauro della Giovampaola e Diego Anemone si sono visti respingere dal giudice la richiesta di scarcerazione.

Per i magistrati il sistema costruito da Balducci & Co era di “mercificazione e completo asservimento dei poteri pubblici a quelli estranei alla pubblica amministrazione, con mercificazione della funzione pubblica a esclusivo vantaggio dei privati”.

E gli esempi, intercettazioni alla mano, non mancano. Secondo i pm, ad esempio, Balducci avrebbe utilizzato i soldi degli appalti del G8 per fini privati. A settembre 2008 la moglie di Balducci compra dei tessuti per arredare la casa del figlio Filppo. Ci si rivolge a un negozio, Foresti, che ha contatti con l’imprenditore Diego Anemone. Il 30 settembre la titolare del negozio chiama Anemone e segnala che  la signora Balducci sceglie tessuti “particolarmente onerosi”. Anemone dà il via libera all’operazione. In realtà durante l’interrogatorio Balducci afferma di aver pagato tutto ma i pm, scontrini alla mano, non gli credono anche perché, scrivono,  “i relativi documenti fiscali del negozio Foresti sono stati emessi a favore della società Maddalena, società consortile costituitasi per la realizzazione dell’appalto del palazzo delle conferenza nell’ambito del G8”. Per gli inquirenti, quindi, Balducci utilizzava soldi pubblici per fini privati.

Anche Anemone, sempre secondo l’accusa, si impegna ad “ammorbidire” i funzionari della Pubblica amministrazione. Lo strumento sono le regalie: dagli omaggi di Natale fino al pagamento, in un caso specifico, delle spese di matrimonio di un’impiegata.

Non mancano poi i favori in termini di prestazioni sessuali. Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Firenze Rosario Lupo, gli incontri a sfondo sessuale coinvolgono, tra gli altri, Mauro Della Giovampaola che avrebbe avuto incontri con prostitute all’hotel Gritti di Venezia. Il funzionario della Ferratella, durante l’interrogatorio, nega ogni addebito. Ma l’accusa ribatte con fermezza: “Le sue affermazioni appaiono al limite del grottesco solo scorrendo le conversazioni di quella giornata e dunque si può desumere come la prestazione sessuale, sollecitata dagli stessi funzionari, sia stata comunque offerta, al di là del fatto che il rapporto sia poi stato consumato”.