La banda dei call center: truffavano anziani inventando tragedie familiari, 15 arresti

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Ottobre 2017 - 13:22 OLTRE 6 MESI FA
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La banda dei call center: truffavano anziani inventando tragedie familiari, 15 arresti

MILANO – Truffavano gli anziani al telefono, inventando tragedie familiari. Sgominata la banda dei call center tra Milano e Novara: 15 persone sono finite in manette, 10 italiani e 5 polacchi di origine rom lovari, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa. Al centro dell’inchiesta coordinata dalla Procura milanese ci sarebbero “numerosissime truffe tentate o consumate” agli anziani che venivano contattati telefonicamente da un finto parente in difficoltà e venivano convinti a sborsare cifre fino a 8 mila euro e, in alcuni casi, anche gioielli.

L’indagine è nata dall’arresto nel settembre 2015 di uno dei componenti del gruppo criminale trovato in possesso di numerosi cellulari. Dai dati delle sim e dai contatti contenuti nei telefoni si è risaliti all’attività della banda che aveva la mente in Polonia e il braccio operativo che riscuoteva il denaro in Italia.

Il meccanismo individuato è quello ormai noto del finto parente in difficoltà. Una parte delle persone arrestate risiedevano in Polonia e avevano organizzato un vero e proprio call center e, come è stato riferito, individuavano in massa le persone anziane da contattare. Al telefono spiegavano alle vittime, in gran parte milanesi e alcune anche in Svizzera, che un loro stretto parente era in difficoltà, in genere per un incidente, e invitavano quindi l’anziano a dare tutto quanto avevano immediatamente disponibile a un uomo che si sarebbe presentato a breve in casa o in un luogo prestabilito.

Per essere più convincenti, secondo l’inchiesta, sono arrivati a simulare la voce del familiare al telefono, che dava istruzioni su come comportarsi. L’ordinanza di custodia cautelare riguarda venti episodi (alcuni filmati) ma, dalle indagini, il fenomeno risulta molto esteso. Il pool investigativo è riuscito a individuare l’associazione che operava tra Italia e Polonia in quanto sono state raccolte e analizzate tutte le denunce arrivate alle diverse forze dell’ordine.

Le ordinanze di custodia cautelare in carcere chieste dal pm Giancarla Serafini e dal procuratore aggiunto Riccardo Targetti sono state firmate dal gip Roberta Nunnari ed eseguite da Polizia di Stato, Polizia Locale e Carabinieri con la collaborazione della Squadra mobile di Milano e di Novara, della Polizia locale di Milano e dei Carabinieri di Abbiategrasso.