Baby ladri rubavano in case del Nord Italia, arrestata banda rom

Pubblicato il 19 Gennaio 2010 - 16:30 OLTRE 6 MESI FA

La squadra mobile della questura di Novara ha smantellato un’organizzazione composta da un’intera carovana di rom di origine serbo-croata, specializzata nell’inviare figli e nipoti, fra gli 11 e i 13 anni, a commettere furti nelle case di tutto il Nord Italia: Piemonte, Lombardia, Liguria, Valle d’Aosta, Veneto e Trentino Alto Adige.

L’operazione, denominata “Mangiafuoco”, ha portato in carcere otto persone, fra uomini e donne, mentre una nona risulta ancora latitante. Il blitz è scattato contemporaneamente fra le province di Torino, Brescia, Pavia e Milano, dove i nomadi si erano accampati. Gli arrestati devono rispondere di associazione per delinquere e maltrattamenti familiari su minori. Al loro servizio avevano almeno 17 ragazzini, alcuni dei quali non erano mai andati a scuola e che ora sono stati affidati a comunità di recupero.

La Divisione distrettuale antimafia di Torino, che ha coordinato l’inchiesta, ha indagato in tutto una ventina di persone. Tra questi anche i ricettatori, tutti italiani, della merce che veniva rubata dai ragazzini; il più noto in zona è un pregiudicato residente a Lodi, che è uscito dal carcere lo scorso ottobre.

L’indagine era partita da Novara nel 2008, in seguito a un improvviso aumento di furti, dietro ai quali c’era una banda di piccoli rom. Gli investigatori hanno ben presto compreso che dietro a loro poteva esserci un’organizzazione di adulti. I rom si spostavano continuamente, creando campi improvvisati nei pressi delle stazioni ferroviarie: da lì i ‘baby ladri’ partivano ogni mattina per andare a ripulire gli appartamenti. E durante la “giornata di lavoro” venivano controllati a distanza tramite contatti telefonici, attraverso cui ricevevano anche istruzioni su come agire durante i colpi.