Bandiera nazista in caserma. Ministro Pinotti ai Carabinieri: Provvedimenti rigorosi

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Dicembre 2017 - 13:59 OLTRE 6 MESI FA
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Bandiera nazista in caserma. Ministro Pinotti ai Carabinieri: Provvedimenti rigorosi

FIRENZE – Scandalo della bandiera nazista esposta in una caserma dei Carabinieri a Firenze. Il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha chiesto al comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, generale Tullio Del Sette, “chiarimenti rapidi e provvedimenti rigorosi” . La vicenda ha origine con l’esposizione di una bandiera nazifascista a Firenze all’interno di una camerata della caserma del VI battaglione carabinieri Toscana.

Ha detto il ministro Pinotti:

“La Repubblica Italiana e la sua Costituzione si fondano sui valori della Resistenza, sulla lotta al fascismo e al nazifascismo. Chiunque giura di essere militare lo fa dichiarando fedeltà alla Repubblica, alle sue leggi e alla Costituzione.

“Chi espone una bandiera del Reich non può essere degno di far parte delle Forze Armate essendo venuto meno a quel giuramento. I Carabinieri sono un simbolo della sicurezza della nostra comunità, l’Italia, che si basa su questi valori. Per questo è ancora più grave l’esposizione della bandiera nazifascista all’interno di una caserma dei Carabinieri. Ho già chiesto al Comandante generale chiarimenti rapidi e provvedimenti rigorosi verso i responsabili di un gesto cosi vergognoso”.

Intanto anche la Procura militare fa sapere di aver avviato un indagine sul caso. Il procuratore militare Marco De Paolis ha detto al Giornale Radio Rai: “Probabilmente non è stato commesso nessun reato militare, ma c’è un problema disciplinare e un grande problema culturale”.

“Al momento, sulla base delle informazioni che abbiamo ricevuto, non c’è nulla che faccia pensare alla violazione di una norma penale militare. Però ho dato disposizioni affinché si verifichi se invece vi siano gli estremi per configurare un qualche reato”, ha detto De Paolis a RaiRadiouno.

“La norma secondo la quale è reato esporre un vessillo che evochi il nazismo vale per i civili e non specificamente per i militari”, spiega ancora De Paolis, per il quale dunque il militare di Firenze potrebbe essere indagato dalla procura ordinaria ma non da quella militare.

“Penso che sia più un grande problema di natura disciplinare e culturale”, dice il procuratore che aggiunge: “La questione è capire cosa significa un simbolo del genere, soprattutto per un militare, credo che ci sia da interrogarsi sulla formazione culturale dei giovani prima e dei militari poi”.