Palombelli: “Giusta la Cassazione, adottare non è come fare la spesa”

Pubblicato il 1 Giugno 2010 - 18:51 OLTRE 6 MESI FA

Barbara Palombelli

La sentenza della Cassazione che ha stabilito che gli aspiranti genitori che si dimostrano ‘razzisti’ dichiarando di preferire bambini di una determinata etnia, non sono idonei alle adozioni internazionali è “assolutamente corretta”: ne è convinta Barbara Palombelli, mamma di quattro figli, tre dei quali adottati, che oggi hanno 17, 20 e 22 anni.

“L’adozione – spiega la giornalista all’Ansa – è un percorso molto difficile, lungo, a volte anche drammatico. E’ importante che vi accedano coppie con una mentalità molto aperta, ci vuole una grande disponibilità, bisogna essere pronti a superare tante difficoltà”. Nel 2009 sono stati adottati circa 4000 bambini stranieri, ma le domande sono state tre volte superiori a questa cifra. I paesi da cui provengono la maggior parte dei bambini sono Etiopia, Colombia, Russia e Brasile.

Ma la burocrazia è ancora un grosso ostacolo: i tempi sono molto lunghi e una coppia può aspettare anche fino a cinque anni, nonostante abbia tutti i requisiti in regola. Ora, in base alla sentenza della Cassazione, i genitori dovranno semplicemente dichiarare la loro disponibilità per un bambino chiunque esso sia.

“E’ come per la maternità naturale – spiega Barbara Palombelli -: non sappiamo se nostro figlio sarà bello o brutto, alto o basso. L’adozione non è un obbligo. Occorre una grande apertura. Non è come fare la spesa al supermercato”. Sposata due volte con Francesco Rutelli (la prima con rito civile nel 1982, la seconda in chiesa nel 1995), Barbara Palombelli, giornalista, scrittrice e conduttrice, è sempre stata molto riservata sul suo privato, tenendo la famiglia lontana dai riflettori. Oltre al primogenito Giorgio, nel 1993 si è aggiunto Francisco, che la coppia ha adottato in Ecuador, e poi due ragazze romane, Monica e Serena.