Bari, accusato di omicidio della figlia di 3 mesi. Perizia psichiatrica: “Bugiardo patologico ma capace di intendere”

di redazione Blitz
Pubblicato il 22 Giugno 2017 - 18:20 OLTRE 6 MESI FA
Bari, accusato di omicidio della figlia di 3 mesi. Perizia psichiatrica: "Bugiardo patologico ma capace di intendere"

Bari, accusato di omicidio della figlia di 3 mesi. Perizia psichiatrica: “Bugiardo patologico ma capace di intendere” (foto Ansa)

BARI – Giuseppe Di Fonzo, il giovane padre trentenne di Altamura (Bari) accusato di aver ucciso la figlia di tre mesi soffocandola nel sonno, è un “bugiardo patologico, immaturo e narcisista, ma è capace di intendere e volere”: è questa, secondo quanto scrive l’agenzia Ansa, la conclusione alla quale è arrivato Roberto Catanesi, psicopatologo forense incaricato dal Tribunale di Bari di eseguire una perizia psichiatrica sull’uomo nell’ambito di un incidente probatorio chiesto dalla Procura.

Stando alle indagini dei carabinieri, coordinate dal pm Simona Filoni, Di Fonzo avrebbe soffocato la figlia Emanuela, di soli tre mesi, nel suo letto di ospedale nella notte fra il 12 e il 13 febbraio 2016. La piccola era nata nell’ottobre 2015 ed era stata ricoverata per 67 giorni in meno di tre mesi a causa di crisi respiratorie provocate, secondo la Procura, sempre dal padre, probabilmente affetto da ‘sindrome di Munchausen per procura’, che consiste nel fare del male ad altri per attirare l’attenzione su di sé.

Nella perizia, il medico riepiloga la storia del trentenne, riportando dichiarazioni dei suoi familiari raccolte durante le indagini, comprese le cartelle cliniche relative ai 27 ricoveri in 4 anni ai quali l’uomo si è sottoposto volontariamente spesso senza reali sintomi di malessere.

Un’ampia parte della relazione è poi dedicata all’esito dei colloqui avuti in carcere con l’indagato, che hanno consentito di evidenziare un “disturbo della personalità dai tratti istrionico-narcisistici”, escludendo, però, “la presenza di disturbi psicotici e disturbi dell’umore di rilevanza clinica”.

Nella perizia psichiatrica è spiegato che “alla diagnosi (di sindrome di Munchausen per procura, ndr) è possibile giungere solo superato il filtro iniziale dell’accertata responsabilità” e non è lo psichiatra, scrive Catanesi, a poterlo fare, definendo un “pericoloso elemento di suggestione” affidarsi “al criterio della compatibilità fra profilo psicologico e delitto”.

Il medico si sofferma, invece, sulla personalità dell’uomo, descrivendo il suo “tono di voce a tratti enfatico, un po’ teatrale” e “una manifestazione delle emozioni più recitata che reale”. Sottolinea, quindi, “tratti istrionici della personalità, alimentati da un nucleo narcisistico che orienta una lettura suggestiva di fatti e giudizi sulle persone fondamentalmente egocentrica, autocentrata” e una “tendenza a manipolare gli eventi” arrivando a parlare di “menzogna patologica”. “Io a mia figlia ho fatto solo del bene, mai del male” ha detto l’uomo durante i colloqui, “non lasciando mai intravede – scrive Catanesi – alcun reale sentimento di dolore”.

Con il deposito della perizia e la chiusura dell’incidente probatorio, la Procura dovrà ora chiudere le indagini. Di Fonzo è intanto a processo anche per un’altra vicenda relativa alla presunta violenza sessuale su una quattoridcenne, figlia di amici di famiglia, commessa proprio durante uno dei ricoveri della sua bambina.