Bari/ Arrestata banda di usurai “dei poveri”. I tassi oscillavano tra il 60 e il 500%: i soldi prestati servivano a comprare scarpe o carne dal macellaio

Pubblicato il 22 Luglio 2009 - 15:38 OLTRE 6 MESI FA

In India avevano inventato il microcredito, a Bari c’è chi faceva del “microstrozzinaggio”. Usurai prestavano soldi a gente che non aveva alti redditi, anzi era quasi povera dato che a volte con i soldi prestati comprava scarpe firmate per la figlia o la carne dal macellaio. I fatti risalgono al 2008: le vittime accertate sono 120 secondo le indagini della squadra mobile barese diretta da Luigi Liguori. Il tasso di prestito oscillava tra il 60% e il 500%.

Chi non riusciva a pagare veniva selvaggiamente picchiato anche in strada, davanti a tutti. Per farsi prestare i soldi, le persone in difficoltà dovevano essere presentate da altre persone che già aveva debiti e non dovevano avere parenti in polizia o tra le guardie giurate.

La denuncia è partita da un commerciante che ha perso due negozi per colpa di un prestito che non riusciva a ripagare. Ora il commerciante e la sua famiglia vivono protetti, dato che l’uomo ha testimoniato contro la banda. Per pagare i debiti, il commerciante era a sua volta diventato un usuraio, ma il suo tasso di prestito era più basso. La polizia ha arrestato sette persone ed è in possesso di filmati che riprendono i pestaggi delle vittime le quali non tentavano neppure di difendersi quando si trovavano accerchiate dagli usurai a cui magari dovevano solo poche centinaia di euro.

«Io Giacomo D., con mia moglie Rosa, abbiamo avuto da comare Prudenza euro 18mila per sposare mio figlio Nicola. Mi impegno a pagare per 24 rate 750 euro ogni mese». È il testo di uno dei contratti, con tanto di firma e data, che una delle vittime degli usurai ha sottoscritto davanti ai propri aguzzini impegnandosi a pagare a rate, in due anni, la somma di 10.000 euro ricevuta.

Il contratto, predisposto dagli usurai, è stato sequestrato stamattina dalla squadra mobile nell’abitazione di uno degli arrestati. È datato 24 giugno 2009 ed è firmato da un uomo che, assieme alla moglie, dichiara di aver ricevuto la somma da “comare Prudenza”, come si indica una persona che è legata alla famiglia da vincoli di amicizia e di confidenza.

«Prima rata – è scritto nel contratto – 24 luglio 2009», un mese dopo il ricevimento del danaro. A margine dell’atto, scritto a penna su un foglio di quaderno a righe, è riportata una postilla in un italiano incerto quanto il suo contenuto, che fa ipotizzare alla polizia che si tratti di un contratto di favore: «Mi ha dato comare Camilla 10mila euro che deve sposare Mimmo. Dobbiamo raccogliere sino al primo maggio 7.500 euro e poi dare il resto. Giacomo non deve dare 18 – solo 10 – piccolo caffè sulle 2.500».

Sempre nel corso delle perquisizioni di questa mattina la polizia ha sequestrato il libro-mastro della banda di usurai: si tratta di due agende con le copertine usurate dai passaggi di mano di colore blu e verde. Le agende sono state trovate in casa di uno degli arrestati. Su ogni pagina c’è il nominativo della vittima con la data di erogazione del prestito e la somma. Sotto sono annotate altre date e le somme pagate ogni settimana, ogni 15 giorni o ogni mese, così come prevedevano gli accordi. Se l’usurato saldava il debito veniva messa una “X” sul nominativo e la pagina veniva sbarrata con due linee strasversali all’interno delle quali veniva scritto «pagato».