Bari, bimba di 16 mesi morta per grave infezione intestinale. “Colpa del latte non pastorizzato”

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Giugno 2017 - 14:38 OLTRE 6 MESI FA
Bari, bimba di 16 mesi morta per grave infezione intestinale. Ricoverato un altro bimbo

Bari, bimba di 16 mesi morta per grave infezione intestinale. Ricoverato un altro bimbo

BARI – Tragedia a Bari dove una bimba di 16 mesi è morta a seguito di una grave infezione intestinale. La piccola, originaria di Altamura, era ricoverata da circa due settimane all’ospedale Giovanni XXIII di Bari. Altri due bimbi, di 14 e 18 mesi e proveniente dalla stessa città sono in cura nello stesso ospedale.

L’infezione sarebbe dovuta a latte non pastorizzato, forse contenuto in vaschette di gelato. L’assunzione di tali prodotti ha scatenato in tutti e tre i bimbi una Seu, sindrome emolitico-uremica, un’infezione molto diffusa che colpisce prevalentemente i bambini nei primi anni di vita e gli anziani. Si manifesta con diarrea, vomito e sangue nelle feci. La bambina, le cui condizioni erano disperate, era stata trasferita nel reparto di terapia intensiva, ma non è sopravvissuta.

Il ministero della Salute e i carabinieri del Nas hanno avviato gli accertamenti per la sua morte. Il ministero ha chiesto alle autorità sanitarie pugliesi di intervenire per identificare le cause responsabili della Seu e per disporre i provvedimenti a tutela dell’igiene e della salute pubblica. Per la vicenda tre medici dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari sono indagati per omicidio colposo.

Gravi ma stazionarie le condizioni dell’altro bambino, che abita nella stessa strada della bimba deceduta. Secondo notizie non ancora verificate, ci sarebbero altri due casi.

Già nel 2013 la Regione Puglia è stata teatro di diversi casi ma la situazione restò sotto controllo. Per combattere la diffusione dei batteri è indispensabile il rispetto delle basilari regole di igiene personale e alimentare come lavarsi le mani, pulire accuratamente frutta e verdura, conservare e cuocere correttamente gli alimenti.

La certezza sulla eventuale contaminazione dei prodotti alimentari nei recenti casi arriverà solo con l’esito degli esami di laboratorio fatti su numerosi campioni di cibi, gelati e altri prodotti caseari di bar, piccoli supermercati e alcuni caseifici della città.