Bari, morto dopo vaccino Johnson & Johnson. Pm archivia caso: “Concausa minima”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Gennaio 2022 - 17:29 OLTRE 6 MESI FA
Bari morto dopo vaccino

Bari, morto dopo vaccino Johnson & Johnson. Pm archivia caso: “Concausa minima” (foto ANSA)

“Non si ritiene possibile affermare oltre ogni ragionevole dubbio” che il vaccino “sia stata la causa unica ed esclusiva nella determinazione” della morte di Alessandro Cocco, il 54enne deceduto per una trombosi nel Policlinico di Bari il 15 giugno 2021, dopo la somministrazione del vaccino Johnson & Johnson.

Secondo i consulenti della Procura di Bari il vaccino avrebbe “con maggiore probabilità agito come concausa minima”, perché il 54enne soffriva di una pregressa artrosi venosa e del deficit della proteina S che non sapeva di avere. Sulla base di queste valutazioni, la pm Larissa Catella ha chiesto l’archiviazione del caso. 

Morto dopo dose vaccino Johnson & Johnson

Il paziente si era sottoposto a vaccinazione nell’hub di Alberobello il 26 maggio scorso. Alcuni giorni dopo aveva iniziato ad accusare forti dolori ad una gamba. Si era rivolto al pronto soccorso dell’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti per poi esser ricoverato al Policlinico, dove è morto per una “emorragia celebrale secondaria a trombosi dei seni venosi sagittale e sigmoideo in paziente vaccinato con il siero anti-Covid monodose J&J, affetto da trombosi sistemica e portatore di deficit familiare di proteina S“, di cui “lo stesso paziente era all’oscuro e che è stato scoperto in sede di accertamento dell’emorragia in corso”.

Con riferimento alla possibile correlazione tra vaccino e trombosi, la Procura rileva che “la recente letteratura riporta casi di sindrome trombotica associata a vaccini Covid a vettore virale, come il J&J, ma trattasi di complicanze aventi un’incidenza molto rara secondo le statistiche. Quindi non è possibile esprimersi con certezza in merito alla causa esclusiva responsabile della trombosi atteso che la pregressa artrosi venosa, il deficit della proteina S, la possibile reazione autoimmune all’assunzione di eparine e la somministrazione del vaccino, ciascuna da sola ben poteva indurre in maniera esclusiva la sindrome trombotica”.

Paziente era affetto da patologie pegresse

“È attendibile – si legge nella richiesta di archiviazione – che tutte e tre le potenzialità trombogeniche abbiano svolto un ruolo concausale nella determinazione dell’evento trombotico agendo in concorso tra loro mediante un’azione sinergica”.

Tra l’altro “nella scheda anamnestica sottoscritta dal paziente – prosegue la pm – non fu fatta menzione di patologie pregresse né di episodi di tromboflebiti e trombosi venose profonde o all’assunzione di terapia anticoagulante, considerato peraltro che il paziente non era a conoscenza del deficit familiare della proteina S, riscontrato solo a seguito di esami di laboratorio all’atto del ricovero”. Per queste ragioni, secondo la Procura, non è possibile ipotizzare profili di colpa nei confronti del medico vaccinatore e anche nei confronti del personale sanitario che ha avuto in cura il paziente nella fase successiva fino al decesso.