GENOVA – “Se non pagate vi avveleno i sughi“. Questo il tentativo di estorsione ai danni della Barilla da parte di Roberto Cavicchia, genovese di 59 anni, che ora è indagato dalla Procura di Genova. L’uomo, che in passato aveva minacciato negozianti in cambio di un “pizzo”, ora ha alzato il tiro arrivando a minacciare il colosso alimentare Barilla a Parma. Non solo minacce, ma una pennetta Usb con un video in cui descriveva il suo progetto di contaminazione dei sughi del noto marchio se non fosse stato pagato quanto richiesto.
Tommaso Fregatti e Matteo Indice sul Secolo XIX scrivono che l’uomo aveva già tentato molti altri casi di estorsione a Genova:
“«Se non pagate sono pronto ad avvelenare le partite di sughi che si trovano nel vostro magazzino», ha minacciato inviando al personale una chiavetta Usb contenente un video che descriveva, per filo e per segno, il folle progetto di contaminazione. E però dalle carte dell’inchiesta spuntano molti altri tentativi di estorsione, compiuti a Genova. Nel mirino di quello che si può considerare a tutti gli effetti una sorta di“unabomber” , a volte “virtuale” e a volte no, genovese e scoperto dai carabinieri del nucleo investigativo, c’erano soprattutto i commercianti.
Roberto Cavicchia, 59 anni, minacciava di far esplodere i loro negozi, gli studi o le automobili nel caso in cui non avessero pagato il “pizzo”. Qualche volta gli avvertimenti erano virtuali, sempre attraverso supporti informatici da inserire nel computer, in altre circostanze reali. E almeno in un caso la Procura addebita all’indagato il posizionamento di un ordigno.Si tratta dell’attentato contro l’orefice Sandro Carossino, al quale Cavicchia sistemò un’artigianale bomba sotto la sua macchina”.