Bartolo Gulino morto solo in ospedale, il figlio lo scopre 10 giorni dopo

Di Daniela Lauria
Pubblicato il 2 Gennaio 2014 - 09:56 OLTRE 6 MESI FA
Bartolo Gulino morto in ospedale, il figlio lo scopre 10 giorni dopo

L’ospedale Vittorio Emanuele di Catania

CATANIA – Bartolo Gulino, 85 anni, è morto solo in un letto d’ospedale lo scorso 18 dicembre, a centinaia di km dal figlio che lo ha scoperto solo 10 giorni dopo. E’ l’incredibile storia raccontata da Carmelo Gulino, camionista trasferitosi anni fa con la famiglia a Coccaglio, in provincia di Brescia. Avvilito e impotente Carmelo riporta al Corriere della Sera, la sua odissea al telefono tra ospedali e centralini per cercare di rintracciare il padre morto a Catania.

Lo scorso 15 dicembre l’ultimo contatto telefonico col padre anziano: “Mi hanno ricoverato, ho le gambe gonfie, ma non preoccuparti, ora mi sento meglio, mi stanno facendo le flebo. Ci sentiamo nei prossimi giorni”. Non sapeva che quella telefonata sarebbe stata l’ultima, prima di volare a Catania, soltanto l’altro ieri, e scoprire il dolore in differita di aver perso il padre.

Avrebbero, come al solito, dovuto risentirsi “la domenica successiva a quella chiamata, ma dopo tre giorni abbiamo cercato di contattarlo per sapere se fosse tutto a posto. E mio padre non rispondeva mai. Ho creduto stesse riposando, o fosse a fare gli esami…”.

La vita prosegue, gli impegni quotidiani, una telefonata ad ogni attimo libero per cercare di sapere se è tutto a posto. Ma niente, di papà Bartolo nessuna notizia. Stessa cosa il giorno di Natale.

A Santo Stefano qualcuno richiama. “Ecco papà”. Ma all’altro capo del telefono un uomo e una donna parlavano in lontananza di scatoloni, forse hanno schiacciato qualche tasto per sbaglio: “Non sentivano le nostre grida“.

Il telefonino di Bartolo era già finito in un’anonima busta di plastica con tutti i suoi effetti personali. Di nuovo Carmelo e sua moglie chiamano in ospedale, il Vittorio Emanuele di Catania, e ricevono conferma che sì Bartolo è stato ricoverato, ma non risultano uscite.

“Avrei dovuto sentire la patologia chirurgica, e sa cosa mi hanno risposto? Che il reparto era stato chiuso per ristrutturazione. Ma nessuno ha saputo dirmi dove fosse mio padre”.

Roberta, la figlia maggiore di Carmelo, vola per prima a Catania: “Solo grazie a un amico” scopre che nonno Bartolo

“era stato trasferito alla casa di cura Madonna del Rosario. In effetti suo nonno è arrivato da noi il 18 mattina, ma in serata è deceduto. Embolia polmonare”, le hanno detto.

Shock.

“Ci hanno spiegato che più volte hanno provato a contattarci su tre numeri – dice Carmelo – uno del medico di base, l’altro sconosciuto, il terzo? Un’altra utenza di mio padre. Si figuri, chiamavano il morto per dirgli che era…morto. Sul telefonino c’erano tutti i nostri numeri di emergenza, bastava sbloccare la tastiera”.

La salma ora si trova al cimitero di Catania, dopo l’intervento del Comune, in attesa della tumulazione. Intanto Carmelo, tramite il suo avvocato, Alfio Bonomo di Bergamo, ha richiesto le cartelle cliniche: vuole venire a capo della misteriosa scomparsa di un papà ricoverato in ospedale, poi trasferito in clinica e infine morto senza che nessuno avvisasse i famigliari.