Batterio killer, Padova: morta bimba di 2 anni, donati gli organi

Pubblicato il 29 Luglio 2011 - 09:40 OLTRE 6 MESI FA

MONSELICE (PADOVA) – Torna la paura del batterio killer, e torna proprio in Italia. Una bimba di due anni di Monselice è morta all’ospedale di Padova dopo cinque giorni di ricovero per infezione da Escherichia coli. Le sue condizioni cliniche sono precipitate giovedì dopo un peggioramento di fegato e reni e sono partite le procedure per accertare la morte cerebrale e poii genitori hanno dato il via per la donazione degli organi. E’ la prima morte da “batterio killer” in Italia.

Per ora non si sa ancora se il ceppo di Escherichia coli sia lo stesso che ha ucciso finora 33 persone in Germania. Per scoprirlo, alcuni campioni biologici della bimba sono stati inviati, oltre che al locale Centro di Microbiologia e virologia del polo di via Giustiniani all’Ospedale Spallanzani di Roma.

Intanto la paura dilaga: altri due bambini, affetti da Escherichia Coli ma provenienti da altre zone geografiche, sono stati ricoverati in Pediatria sempre a Padova. Sono però per fortuna già stati dimessi e sono guariti. Anche per loro, oltre che per la sfortunata bimba, è scattata una segnalazione all’Istituto superiore di Sanità.

Ma perché si deve studiare il batterio? Perché di Escherichia Coli ce ne sono ben 171 diversi sierotipi: quello che è oggi alla ribalta della cronaca è una nuova variante chiamata “104”, fino a poco tempo fa sconosciuta in Europa. Secondo l’Organizzazione mondiale di Sanità il ceppo individuato in Germania è una versione molto aggressiva, tossica e purtroppo resistente agli antibiotici.

L’infezione tedesca da E.Coli 104 sembra legata a cibo nocivo ma non è ancora chiaro il vero responsabile: sotto la lente prima i cetrioli poi la soia. Finora sono stati registrati casi in 10 Paesi europei (la maggior parte in Germania settentrionale ma anche in Austria, Danimarca, Francia, Olanda, Norvegia, Svezia, Spagna, Svizzera e Gran Bretagna), qualcuno negli Usa. Fino ad oggi in Italia non era stato registrato nessun caso.

“Non legami con batterio tedesco”. ”Al momento non esiste alcun riscontro clinico e scientifico che possa accomunare il caso della bambina di Padova con il cosiddetto batterio killer tedesco”. Lo precisa l’assessore regionale alla sanita’ Luca Coletto in relazione al caso della bambina di 2 anni di Monselice, ricoverata nell’Azienda Ospedaliera di Padova. Coletto conferma che ”i prelievi sono comunque stati inviati all’Istituto Superiore di Sanita’ (dove e’ attivo proprio il registro nazionale delle sindromi uremico emolitiche) secondo lo specifico protocollo nazionale e gli esiti degli esami, che verranno resi noti non appena disponibili, si avranno tra lunedi’ e martedi”’.

La sindrome uremico emolitica, pur essendo una malattia non frequente, si e’ presentata in Italia in oltre 700 casi negli ultimi 20 anni e la sua incidenza annuale e’ pari allo 0,35 nuovi casi ogni 100.000 abitanti in eta’ pediatrica per anno. A Padova i casi sono stati 71 negli ultimi 10 anni, dei quali 15 tra il 2009 e il 2011. Il tasso di mortalita’ si attesta tra il 3 e il 7%. ”Si tratta quindi di una patologia certamente grave – aggiunge Coletto – ma non collegabile automaticamente al cosiddetto batterio killer. E’ assolutamente imprudente trarre conclusioni affrettate e soprattutto darne pubblica diffusione prima degli esiti degli esami in corso all’Iss”.