Beccaria, le impalcature e il lenzuolo come nei film: ecco come sono fuggiti in 8 a Natale dal carcere minorile

Tre degli otto fuggiti dall'Istituto minore Beccaria di Milano sono rientrati. Uno è stato rintracciato, 2 sono stati convinti dalle famiglie.

di Lorenzo Briotti
Pubblicato il 27 Dicembre 2022 - 12:37| Aggiornato il 28 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA
carcere beccaria ansa

Il carcere di Beccaria (Ansa)

Beccaria di Milano. Sono rientrati tre dei sette che il giorno di Natale si sono resi protagonisti di un’evasione rocambolesca. Evasione da questo Istituto minorile tra i più noti in Italia che si trova nella periferia del capoluogo lombardo avvenuta usando il lenzuolo come nei film e salendo su un’impalcatura presente nella struttura da 16 anni. Dopo la fuga c’è stato anche un incendio che altri detenuti hanno appiccato (otto dei più attivi sono già stati trasferiti in altre carceri). Una sorta di rivolta che ha portato in ospedale quattro agenti intossicati.

Fuggono in sette dal Beccaria di Milano: tre sono rientrati in istituto

La fuga, per ragazzi giovani e agili dai 17 ai 19 anni (cinque italiani, un ecuadoriano e un marocchino) non è stata difficile, a quanto pare. Erano nel campo di calcio, nel pomeriggio. Uno sguardo d’intesa e via  approfittando del ridotto personale durante le feste. E approfittando soprattutto di una parete di legno malridotta e delle impalcature di un cantiere che stanno là da 16 anni. Uno dei fuggitivi ha usato un lenzuolo per calarsi all’esterno, come nei film. Uno è stato preso subito dopo, due si sono fatti convincere a rientrare dalle famiglie. Gli altri non hanno certo i mezzi per reggere a lungo la latitanza e le loro famiglie, in gran parte in situazioni di estremo disagio, nonché i loro amici, sono ben conosciuti dagli investigatori dell’apposito Nucleo investigativo della Polizia penitenziaria.

Il cappellano dell’Istituto: “Mi telefoneranno, li riporterò dentro presto”

Don Gino Rigoldi, storico cappellano dell‘Istituto minorile Beccaria, con quei ragazzi lavora da decenni. E’ convinto che “mi telefoneranno, li riporterò indietro”. Rigoldi ricorda ancora le rivolte degli anni Ottanta in cui faticosamente aveva cercato di mediare tra giovani detenuti e forze dell’ordine pronte al blitz, evitando il peggio. Ora spera che l’evasione del giorno di Natale “dia uno scossone” al Ministero per un carcere in cui “manca un direttore da 20 anni e ci sono lavori da 16″.

polzia -foto ansa

Posti di blocca della Polizia dopo la fuga (Ansa)

Le inchieste

Anche il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari è fiducioso e pensa che anche gli altri verranno catturati: “Siamo vicini, speriamo di esserlo, per quanto riguarda la cattura anche degli altri soggetti che sono fuggiti”. In attesa che altri evasi siano rintracciati o si presentino alla porta dell’Istituto le inchieste muovono intanto i primi passi. Quella della Procura dei Minori, diretta da Ciro Cascone, in cui un sostituto ha già effettuato un sopralluogo, raccogliendo le necessarie informazioni; quella della Procura ordinaria, per i maggiorenni e quella, infine, interna all’Amministrazione penitenziaria che dovrà anche anche ricostruire la vicenda del cantiere ‘perenne’. Rimane infine il fascicolo riguardante i disordini scoppiati nel carcere dopo la notizia del buon esito della fuga, con danneggiamenti e incendi nelle camerette.

Le parole del sindaco Sala

La situazione fa sbottare il sindaco Giuseppe Sala: “Non c’è proprio più spazio per chiacchiere o affermazioni generiche di ‘sconcerto’. Il Beccaria era un carcere modello. Lo era nel passato, in un passato ormai remoto. Da quasi vent’anni non c’è un direttore, e ce la si è cavata con dei ‘facente funzione’. Da una quindicina d’anni ci sono lavori in corso, che non finiscono mai”.

Dopo 16 anni finiranno i lavori all’interno della struttura 

In modo diverso tutti, però, da don Rigoldi, al sottosegretario Ostellari, a Giuseppe Cacciapuoti , direttore generale del personale del Dipartimento per la Giustizia minorile, al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ritengono che questo episodio imponga, in via definitiva, una riflessione più ampia sugli istituti minorili. I dati dicono che su 375 posti a disposizione, ci sono 389 ragazzi detenuti e l’occupazione è superiore alla capienza in 6 istituti su 15, tra i quali Milano (dove ci sono 37 detenuti su 36 posti), Roma e Nisida, a Napoli. “Il carcere dei minori deve essere il carcere dei minori, non dedicato a soggetti che magari hanno 24 o 25 anni”, come è ora, spiega Ostellari il quale, sul cantiere ‘trampolino’, dice che il Ministero delle Infrastrutture ha già dato il via libera per la conclusione dei lavori. Cacciapuoti, da parte sua, annuncia che l’Amministrazione è pronta all’assunzione di nuovi educatori e che a settembre hanno cominciato la loro formazione, dopo venticinque anni, 57 nuovi direttori per gli istituti penitenziari. Anche il Beccaria, quindi, avrà un direttore, Il sistema minorile, per Cacciapuoti, rappresenta “un terminale di carenze e criticità che investono anche altri comparti e su cui dovremo confrontarci”.

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