Benevento, Nunzia De Girolamo nelle intercettazioni abusive dello scandalo Asl

di redazione Blitz
Pubblicato il 18 Dicembre 2013 - 18:06| Aggiornato il 11 Gennaio 2014 OLTRE 6 MESI FA
Nunzia De Girolamo

Nunzia De Girolamo

BENEVENTO –  Nunzia De Girolamo registrata di nascosto quando ancora non era ministro.  A registrarla un ex direttore generale della Asl di Benevento, Felice Pisapia, che ha portato quei nastri alla magistratura sostenendo di essere stato rimosso dal suo incarico per far posto a un fedelissimo della De Girolamo, l’attuale direttore generale Michele Rossi. Ecco cosa racconta Repubblica:

I fatti. Pisapia, salernitano, commercialista, viene coinvolto in una vicenda di irregolarità per alcuni mandati di pagamenti e rimosso, esattamente un anno fa, il 17 dicembre 2012, dopo un’ispezione della Finanza e una serie di controversie tra lui e il direttore generale della Asl, Michele Rossi. Indagato da Tartaglia Polcini, Pisapia rende spontanee dichiarazioni a gennaio. Parla per nove ore, assistito dall’avvocato Vincenzo Regardi. Racconta un’altra verità, “mi hanno eliminato, Rossi e gli altri legati alla De Girolamo, io non gli consentivo alcune cose”. Formalmente, come l’altro avvocato, Giulio Gomez D’Ayala scrive nel ricorso civile appena presentato contro Rossi, Pisapia sostiene di essere stato punito perché si è opposto a “interferenze esterne e non istituzionali”.

E non a caso, su punti tecnici e disavventure, chiama “a testimoniare il ministro De Girolamo”. Come mai? Come può dimostrare che “Nun

zia” sapesse di ogni foglia di quel che si muoveva tra uffici e direzioni dell’Asl? Esempio: gare di appalto, business del 118, bandi giù pronti e in scadenza e stranamente sospesi da Rossi? Pisapia sostiene che passano mesi e nessuno chiede riscontri. Allora torna in Procura e consegna quei file: con la voce della ministra. Però molte altre ve ne sarebbero. In una di queste, lei userebbe l’innocua metafora di “tre accendini” per riferirsi ad una gara. Intanto Michele Rossi, il direttore generale, interpellato da Repubblica, alza le mani: “No no. Mi deve consentire il silenzio. Al più presto emerga la verità”.