Bengalese clandestino salva donna sul Tevere. A Sobuj Khalifa permesso ad honorem

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Maggio 2015 - 13:42 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – E’ finita bene per la turista israeliana di 55 anni finita nelle acque del Tevere all’altezza di Ponte Sublicio: non fosse stato per il coraggio e la prontezza di Sobuj Khalifa, immigrato clandestino bengalese che sul fiume ci vive da anni, sarebbe morta trascinata dai flutti. Poco importa ora se quello della donna fosse un gesto suicida deliberato o un banale incidente. Quello che davvero importa è che al clandestino messosi nei guai davanti alla Polizia che gli chiedeva conto della sua identità, è stato consegnato invece un permesso di soggiorno temporaneo, una specie di permesso ad honorem per i particolari servigi resi alla città. Chi urlava, chi chiamava i soccorsi, chi si girava dall’altra parte: lui s’è limitato a gettarsi in acqua ed afferrare la donna.

Si chiama Sobuj Khalifa. Viene dal Bangladesh, vive da anni sul Tevere dove ha eletto la sua dimora: sa pescare, si cuoce i pasti donati dal fiume sulle sue rive. Vive da invisibile tra gli invisibili. Prima del grande gesto di ieri la Polizia non ha mai saputo chi fosse. Non l’Ansa però: il nostro un suo piccolo momento di gloria lo ha già vissuto un paio di anni fa. E’ suo infatti il volto che riconosciamo immortalato da una foto Ansa rintracciabile velocemente sui motori di ricerca. Ci sono il nome e il cognome, la fotografia porta la data del 1° gennaio 2013: c’è, soprattutto lui, con una canna da pesca davanti al fiume. Un folletto del fiume, un angelo custode uscito dall’anonimato.