Benigni augurò la morte ad Almirante. In rima.

di Silvia Cirocchi
Pubblicato il 5 Settembre 2015 - 12:17| Aggiornato il 16 Marzo 2017 OLTRE 6 MESI FA
Benigni augurò la morte ad Almirante. In rima.

Benigni augurò la morte ad Almirante. In rima.

Benigni augurò la morte ad Almirante. In rima.
C’è davvero poco da commentare, se non il fatto che Donna Assunta Almirante ha querelato quest’uomo.
L’odio di Roberto Benigni, tipico dell’area politica che rappresenta, si è spinto fino alla recita di una sorta di filastrocca dal contenuto a dir poco becero contro Almirante.
Benigni, anche da giovane, ha dimostrato ciò che è.
Ecco il testo della poesia in cui il premio oscar augura la morte, e molto altro, all’ex leader Msi. L’incipit “Maledetta l’ora il giorno il secondo, toh, in cui du’ merdaioli ti misero al mondo” è già indicativo, il resto è ancora peggio.

“Maledetta l’ora
il giorno il secondo, toh,
in cui du’ merdaioli
ti misero al mondo.

Maledetta l’ora
il giorno e l’annata
che la tu’ mamma ti dette
la su’ prima poppata.

Maledetta l’ora buia
ancor di più la notte cupa
che un finocchio ti convinse
a esser figlio della lupa.

Se dovessi maledirti
poi non saprei come finirla,
maledetto sia quel giorno
che ti fecero balilla.

Maledetta l’ora
e tutto il calendario
in cui mille finocchi
ti fecero segretario.

Maledetta la persona,
che stesse sempre male,
che ti parlò per la prima volta
della Destra Nazionale.

S’aprisse la porta,
senza tu te ne sia accorto,
entrassero le mogli
di ogni partigiano morto.
Poi t’aprissero la bocca
e da maggio a carnevale
ti facessero be’ le cose
e cantar l’Internazionale.

Poi arrivasse, come si chiama,
Terracini, no, Paietta, Natta e Ingrao
ti cacassero sugl’occhi
mentre cantan Bella Ciao.

Alla fine vanno via,
finalmente sei contento,
ma ti piscia addosso Lama
mentre canta Fischia il vento.

Ti venisse un colpo,
ti venisse un accidente,
gli uomini son tutti uguali,
ma te tu sei differente.

Ti scoppiasse la vescica (tum!),
ti scoppiassero i coglion (tum tum!)
ti scoppiassero in un mese
trentatré rivoluzioni.

Ti venisse la febbre,
ti venisse un ascesso,
ti scoppiassero in culo
tutte le bombe che tu ha’ messo.

Ti chiavassero la moglie (ah!)
tutti i morti delle guerre,
e ti nascesse un figliolo
che assomiglia a Berlinguerre.”