Benzina, frutta e rifiuti. Cinque giorni di carestia firmato tir

Pubblicato il 24 Gennaio 2012 - 15:38 OLTRE 6 MESI FA

foto Lapresse

SALERNO – Cinque giorni a cassette e scaffali semi-vuoti nei supermercati, cinque giorni con il serbatoio vuoto, cinque giorni con i rifiuti per strada: la carestia firmata tir -partita dai Forconi siciliani e approdata a Roma- è stata già annunciata.

“Fino a venerdì proseguirà la nostra protesta. Così come era stato annunciato. Se poi riusciremo a sederci ad un tavolo allora decideremo di conseguenza” dice Sebastiano Fiume, della sigla sindacale “Trasporto Unito”. Alla barriera della A/30 di Mercato San Severino (Salerno) sono arrivati tanti camion del trasporto locale, sono fermi. Tra questi anche qualcuno che stamani alle otto aveva deciso di rimuovere il presidio a seguito dell’intervento delle forze dell’ordine.

“C’èstata qualche discussione con le forze dell’ordine – dice Fiume – ma alla fine è prevalso il buon senso, senza che nessuno trascendesse. Ora qui stanno giungendo i nostri camion, quelli dei trasportatori locali. Ma ci sono anche i mezzi di alcune ditte di trasporto dell’agro sarnese nocerino e del napoletano. La protesta – dice Fiume – deve andare avanti ma deve essere corretta. Noi non obbligheremo nessuno a fermarsi”.

Se i camionisti incrociano le braccia finisce la benzina, finisce il diesel e tutto il carburante: le città si fermano, dal Lazio alla Calabria, chi riesce a fare il pieno sa già che dovrà centellinare per giorni i suoi spostamenti. ”I gestori confermano la proclamazione di un pacchetto di 10 giorni di sciopero degli impianti di distribuzione dei carburanti, sulla rete ordinaria e autostradale, la cui articolazione sarà successivamente definita per evitare di aggravare l’attuale stato di forti tensioni e disagio sociale”. Lo comunicano Faib e Fegica.

La Confcommercio teme per la spesa degli italiani che viaggia sulle quattro ruote dei tir: se la protesta dei Tir non si interromperà “è serio il rischio che l’interruzione di forniture importanti per le imprese, e la mancata distribuzione di prodotti di largo e generale consumo alimentare, possa impedire alle famiglie di poter fare la spesa regolarmente già dalle prossime ore”.

”Non si può andare oltre: il governo deve intervenire e rimuovere subito tutti i blocchi per consentire la libera e immediata circolazione delle merci”. Il prolungato sciopero degli autotrasportatori, dice la Cia ”sta rischiando davvero di portare l’agricoltura al collasso, senza contare le conseguenze sui consumatori che oggi pagano il doppio del prezzo per comprare un chilo di zucchine”.

La Confederazione italiana agricoltori, a proposto della protesta degli autotrasportatori, afferma che ”i danni cominciano a sentirsi anche sul fronte delle famiglie. Lo sciopero, riducendo le forniture e svuotando gli scaffali dei supermercati, porta inevitabilmente speculazioni sui prezzi al dettaglio: prima di tutto sui prodotti freschi come frutta, verdura, carne e latte che sono altamente deperibili. La Cia definisce ”pesantissimi” i danni al settore:

”Solamente in Sicilia – stima la Cia – il lattiero-caseario ha perso più di 4 milioni di euro a causa del mancato invio, alle centrali di trasformazione nel Catanese e in Calabria, di oltre 4 mila tonnellate di latte. E la situazione nel settore ortofrutticolo e’ ancora piu’ grave: il blocco dei trasporti ha impedito la raccolta e la distribuzione di almeno 40 mila tonnellate di frutta e verdura, con mancati ricavi per quasi 60 milioni di euro. A cui però tocca aggiungere anche il danno commerciale legato alla perdita di commesse, a tutto vantaggio dei nostri competitor stranieri. Da quando è cominciata la protesta dei tir, infatti, le importazioni di ortaggi da paesi come Spagna e Maghreb sono già aumentate del 30 per cento”.

”In questi giorni in Sicilia i consumatori hanno fatto i conti con prezzi in aumento del 10-15 per cento e nelle ultime ore si registrano rincari anche in molte altre parti d’Italia, con listini triplicati per zucchine, melanzane e verdura in genere”.

Per il momento, invece, le scorte dei farmaci presso distributori e magazzini “reggono” e sono sufficienti a garantire la copertura della domanda nelle farmacie ma, a seguito della protesta e del blocco dei Tir, ”primi ritardi” nella consegna dei medicinali si stanno registrando in Sicilia, regione nella quale la protesta è iniziata.

La conferma arriva dal presidente dell’Associazione dei distributori farmaceutici (Adf) Carmelo Riccobono. ”Per adesso non ci sono particolari problemi, anche se in Sicilia si comincia a risentire della situazione”. I distributori di farmaci, sottolinea Riccobono, ”seguono l’evolversi della situazione con preoccupazione, ma confidiamo che possano essere garantiti dei varchi – conclude – che consentano la regolare distribuzione dei farmaci”.