Benzina sfiora i 2 euro, la Finanza: oltre 2800 distributori non in regola coi prezzi

Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha promesso controlli incrociati di Guardia di Finanza e di "Mister Prezzi", il Garante per la sorveglianza dei prezzi. E il vicepremier Salvini annuncia che nelle prossime ore il Consiglio dei ministri valuterà un possibile intervento.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Gennaio 2023 - 19:26 OLTRE 6 MESI FA
Benzina

Benzina sfiora i 2 euro, la Finanza: oltre 2800 distributori non in regola coi prezzi (foto ANSA)

I prezzi di benzina e diesel continuano a salire, dopo che il primo gennaio è finito il calmiere imposto dal governo Draghi. Secondo il sito Quotidiano Energia, il prezzo medio della benzina servito è salito a 1,965 euro al litro, quello del diesel è arrivato a 2,023 euro. Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha promesso controlli incrociati di Guardia di Finanza e di “Mister Prezzi”, il Garante per la sorveglianza dei prezzi. E il vicepremier Salvini annuncia che nelle prossime ore il Consiglio dei ministri valuterà un possibile intervento.

Per Quotidiano Energia il prezzo medio nazionale della benzina in modalità self è 1,821 euro al litro (1,814 il dato del 5 gennaio). Il prezzo medio praticato del diesel self è a 1,879 euro al litro (contro 1,875). Per quanto riguarda il rifornimento servito, la benzina è arrivata a 1,965 euro, il diesel a 2,023. In autostrada poi i prezzi salgono ancora.

Secondo il sito di energia Staffetta Quotidiana, la benzina in modalità servito sale a 2,171 euro, il self costa 1,912 euro al litro. Per il gasolio in autostrada si spendono 1,963 euro al litro per il self e 2,223 per il servito.

Un pieno oggi costa 214 euro in più all’anno

Il Codacons ha fatto qualche conto: “Il pieno di benzina costa 8,9 euro in più rispetto a quanto costava a fine dicembre”, ovvero “214 euro ad automobilista” all’anno. L’Unione nazionale consumatori parla di un aumento di “9 euro e 15 centesimi per un pieno da 50 litri”.

A incidere sugli c’è anche la decisione del governo di eliminare lo sconto di 18,3 centesimi al litro sulle accise (le tasse sui carburanti), messo dall’esecutivo Draghi dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Un sconto che da marzo è costato 1 miliardo di euro al mese. Secondo alcuni esperti, le quotazioni sono salite anche in previsione del blocco delle importazioni di prodotti raffinati dalla Russia a partire dal 5 febbraio prossimo. All’Europa mancherà il 30% del suo gasolio.

Le associazioni dei consumatori però accusano le società energetiche e i distributori di approfittare degli aumenti dovuti alla fine del calmiere, per aggiungere altri aumenti mascherati. Un sospetto condiviso dal governo Meloni, che ha deciso di aumentare i controlli. Proprio oggi, la Guardia di Finanza ha reso noto che l’anno scorso da marzo ha accertato nei distributori di carburante 2.809 violazioni alla disciplina dei prezzi, su 5.187 verifiche fatte.

“Stroncheremo la speculazione”

Il ministro delle Imprese Adolfo Urso, in una intervista al Corriere della Sera, ha parlato di “casi eclatanti e non giustificabili”. Urso ha spiegato che sul caro carburante “abbiamo coordinato una duplice azione per stroncare la speculazione”. Da un lato, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, “con la Guardia di Finanza”. Dall’altro lato, il suo ministero, col monitoraggio di Mr Prezzi, per “evidenziare subito ogni anomalia e ogni tentativo di speculazione”. “La prossima settimana – ha concluso Urso – riunirò le associazioni dei consumatori per confrontarci sugli strumenti più idonei”. Codacons e Unc plaudono alla convocazione, ma accusano il governo di non aver fatto abbastanza controlli.

Il vicepremier Matteo Salvini intanto da Brescia ha annunciato che in consiglio dei ministri “ragioneremo se, fra guerra, caro materiali e caro materie prime, sia il caso di intervenire e ci siano denari per farlo”. Poi ha aggiunto: “Sono contento che ci siano dei controlli a tappeto, perché anche in questo caso, come nel caso del gas e della luce, qualcuno ne sta approfittando”. Oggi intanto si riaprono le domande per l’ecobonus per auto e moto a basse o zero emissioni. In ballo 630 milioni, per sconti dai 2.000 ai 5.000 euro a veicolo.