“Sono senza soldi, mi ammazzo”: barricato all’Ag. Entrate poi si arrende

Pubblicato il 3 Maggio 2012 - 16:37 OLTRE 6 MESI FA

Lapresse

BERGAMO – Alla fine si è consegnato. Giornata di paura e scene che ricordano “Quel pomeriggio di un giorno da cani” a Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo. Spari e tensione nella sede dell’Agenzia delle entrate dove poco prima delle 16 di giovedì pomeriggio Luigi Martinelli, 54 anni, armato di un fucile, ha preso in ostaggio quindici persone. L’uomo ha poi liberato tutti gli ostaggi, tranne uno, un impiegato: il 56enne Carmine Mormandi, che è stato liberato poco prima delle 21 dopo una trattativa condotta da un maresciallo dei carabinieri con altri due mediatori.

Martinelli residente a Calcio ma originario di Covo, “si è arreso e ha liberato l’ostaggio – ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Bergamo, Roberto Tortorella – Nessuno si è fatto male. Non aveva alcuna intenzione di fare male”. Alla domanda se l’uomo sia stato arrestato ad alcune precise condizioni, il comandante provinciale ha risposto: “Nessuna condizione. Al momento dell’arresto insieme a lui c’erano il mio brigadiere e gli uomini del Gis”.

Il sequestratore è uscito dopo che per una decina di minuti gli uomini del Gis si erano appostati davanti all’entrata degli uffici. L’uomo ha sceso le scale ammanettato dal brigadiere Lorini di Romano di Lombardia, che da subito si era offerto in cambio degli ostaggi, come tra l’altro ha riferito il sindaco di Romano di Lombardia Michele Lamera, e ha condotto per tutto pomeriggio la trattativa con l’uomo.

L’uomo era armato di un fucile a pompa e due pistole, aveva detto di voler parlare con la stampa. Lo ha fatto per rendere pubblica la sua situazione ed ha parlato genericamente di debiti. I carabinieri hanno confermato che Luigi Martinelli, è un ex imprenditore che in passato ha gestito un’impresa di pulizie. Di lui si sa che è separato, incensurato,  incensurato, ha fatto irruzione all’agenzia delle entrate dopo aver ricevuto una cartella esattoriale. Sarà ascoltato dai militari nella caserma di Romano di Lombardia, dove è stato condotto dopo la resa. Nel frattempo, davanti alla sede dell’Agenzia si sono riuniti oltre a decine di giornalisti, almeno altri 200 curiosi.

Durante il pomeriggio c’era stato uno scambio di sms fra l’ostaggio e la sua compagna. La donna, avendo saputo del blitz, era andata sul posto e aveva scritto al partner. Il sequestratore gli aveva permesso di rispondere: lui le aveva scritto che sta bene. Un altro sms è stato inviato alle 19.49: “Sta finendo, lui mi controlla…”.

Sul posto erano pronti a intervenire gli uomini del Gis, le cosiddette “teste di cuoio” dei carabinieri: la zona rossa attorno alla palazzina era stata allargata proprio in vista di questa eventualità. Dall’esterno erano stati uditi un paio di spari. “L’uomo – ha detto il sindaco Michele Lamera – non ha fatto altre richieste se non quella di avere un po’ di visibilità per la sua situazione economica”, che avrebbe definito “disperata”. Il sindaco ha spiegato che l’uomo è entrato nell’ufficio attorno alle 15.30. “Tutte le persone liberate stanno bene e sono state portate in caserma per la loro deposizione. Hanno descritto il sequestratore come un po’ agitato, ma all’inizio non ha minacciato il suicidio: lo ha fatto in un secondo momento”.

L’Agenzia delle entrate si trova al piano terra di un edificio di cinque piani. Per decine di metri intorno al quartiere il traffico era bloccato in ogni direzione, anche se in zona sono molti i curiosi. Contro i dipendenti dell’Agenzia l’uomo armato non ha usato violenza (nessuno è ricorso a cure mediche), sebbene abbia esploso i due colpi di arma da fuoco verso l’alto a scopo intimidatorio.

”Ho avuto tanta paura ma ora è finita: è un uomo forte ma credo che anche lui ne abbia avuta”: sono queste le prime parole di Tetyana che all’ansa ha comunicato tutta la sua gioia per la liberazione del compagno Carmine Mormandi. Tetyana lo sta ora aspettando fuori dalla caserma dei carabinieri. Mormandi non è stato portato, come invece si era appreso in un primo momento, in ospedale e non ha ancora avuto modo di abbracciarlo: ”I suoi sms mi hanno un po’ tranquillizzata ma è stato davvero un lungo pomeriggio che non mi aspettavo proprio di vivere”.