Bergamo, travolti con l’auto dopo una lite fuori da una discoteca: è morto anche il diciannovenne

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Agosto 2019 - 20:39| Aggiornato il 6 Agosto 2019 OLTRE 6 MESI FA
Una volante dei carabinieri

Una volante dei carabinieri (foto d’archivio Ansa)

ROMA – E’ morto anche il secondo ragazzo investito con l’auto fuori da una discoteca di Bergamo. E ora è accusato di duplice omicidio volontario il 33enne di Curno M.S., positivo anche all’alcol test, che ha investito i due ragazzi: Luca Carissimi, 21 anni, morto sul colpo e Matteo Ferrari, 19 anni, deceduto nel pomeriggio di lunedì 5 agosto. La tragedia è avvenuta nella notte tra sabato e domenica ad Azzano San Paolo, in provincia di Bergamo. Tragedia avvenuta fuori da una discoteca dove i tre ragazzi coinvolti avrebbero avuto un iniziale litigio.

“Non credo ci sia dolore più grande di quello di un padre e di una madre che perdono tragicamente il proprio figlio, nulla di più straziante”: inizia così il lungo post del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori.

“Ieri ho abbracciato i genitori di Luca Carissimi e di Matteo Ferrari, i due ragazzi di Borgo Palazzo – scrive Gori – falciati sulla strada di Azzano nella notte tra sabato e domenica. Non avevo parole, solo la carezza di un papà a padri e madri messi di fronte ad una prova più grande di loro, il desiderio di portare loro un poco di conforto, la vicinanza mia e di tutta la città. Perché quando succede una cosa così, quando si perdono due giovani vite per il più stupido dei motivi è tutta una città che piange, non solo due famiglie. E’ tutta la città che si chiede come sia possibile, che cerca un senso di fronte ad una tragedia che devasta il cuore”. Gori nota però: “Non ho trovato rabbia negli occhi di questi genitori, e sì che sarebbe stata comprensibile, tanto meno desiderio di vendetta. Di giustizia – quella sì – ma forse ne avvertiamo più noi il bisogno, perché ci preme che una cosa così non debba più accadere, e serve per questo che le responsabilità non restino impunite”. 

Fonte: La Repubblica, Ansa.