Berlino, Isis rivendica: “Autore strage è nostro soldato”

di redazione Blitz
Pubblicato il 20 Dicembre 2016 - 21:41 OLTRE 6 MESI FA
Berlino, Isis rivendica: "Autore strage è nostro soldato"

Berlino, Isis rivendica: “Autore strage è nostro soldato”

BERLINO – “L’autore della strage di Berlino è un soldato del Califfato“. La rivendicazione ufficiale arriva dalla Amaq News Agency, agenzia di stampa dell’Isis che si intesta così l’ennesimo atto di terrore in Europa: lunedì sera un camion è piombato sulla folla al mercatino di Natale della ex Berlino ovest, falciando 12 vite e lasciando a terra quasi 50 feriti.

L’agenzia jihadista parla di “una vendetta per gli attacchi in Siria”. L’annuncio giunge nella serata di martedì 20 dicembre, dopo che la polizia berlinese ha rilasciato il principale sospettato, un profugo pachistano che nelle primissime ore seguenti all’attentato era stato fermato e indicato come il presunto guidatore killer che ha “esportato” a Berlino la tecnica terroristica già rivendicata a Nizza lo scorso 14 luglio. Ma la polizia, ormai è ufficiale, ha preso l’uomo sbagliato e l’attentatore è ancora a piede libero.

L’origine del sospettato, assieme al suo status peraltro di semi-clandestino, hanno innescato un dibattito politico a tutto svantaggio della cancelliera Angela Merkel e della sua politica di apertura ai migranti dell’anno scorso. Il profugo, 23 anni, per motivi non chiari si era dato alla fuga dal luogo dell’attacco attraverso il grande parco cittadino del Tiergarten ma era stato fermato dalla polizia dopo circa un chilometro grazie alla indicazioni di persone che lo avevano notato.

Esami del Dna e altri accertamenti non sono stati sufficienti a confermare l’arresto del giovane indicato col nome di Naved. Il procuratore generale Peter Frank ha ammesso di non poter escludere che in fuga ci sia anche più di una persona. Fra i pochi dati oggettivi ci sono l’uccisione a colpi d’arma da fuoco dell’autista, polacco, il cui corpo è stato rinvenuto al posto del passeggero e i controlli satellitari effettuati sul camion: pur avendo caricato laminati in Brianza venerdì, il tir poi è stato parcheggiato a Berlino con tentativi di metterlo in moto il pomeriggio giorno della strage.

Gli investigatori tedeschi non escludono che l’attentatore, non riuscendo a rubarlo, si sia fatto accendere il mezzo dall’autista prima di ucciderlo. La certezza è la nazionalità tedesca di sei delle 11 vittime (tutte adulte) falciate dal mezzo che lascia temere come fra le cinque da riconoscere ci sia Fabrizia Di Lorenzo, la donna di 31 anni di Sulmona che lavora in una azienda di trasporti a Berlino ma è scomparsa la notte dell’attacco.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso “grande apprensione per la nostra connazionale dispersa” ma il padre ha rivelato che la famiglia ha capito che “era finita” già all’una e mezza di notte: “Quanto mi dice mio figlio da Berlino, non dovrebbero esserci più dubbi – afferma trattenendo a stento i singhiozzi – È lì con mia moglie in attesa dell’esame del Dna, aspettiamo conferme, ma non mi illudo”.

Ad assisterli nelle strazianti procedure è l’ambasciatore d’Italia a Berlino, Pietro Benassi. Inoltre, secondo fonti investigative, c’e’ un altro italiano rimasto ferito in maniera non-grave ma, stando ad altre fonti, potrebbe esserci un terzo italiano coinvolto. Per le vittime è stata celebrata una messa ecumenica proprio nella “chiesa del ricordo”, davanti alla quale il tir si e’ fermato travolgendo stand natalizi e persone per un’ottantina di metri. Vi hanno partecipato i vertici dello Stato tedesco e la cancelliera Merkel, che in un dichiarazione resa in giornata ha esortato a trovare “la forza per vivere come desideriamo in Germania, liberi, insieme e aperti”. Quando ancora era sospettato il pachistano, la cancelliera ha avvertito che sarebbe “particolarmente difficile da tollerare” e “disgustoso” se il terrorista fosse un profugo. Il dibattito politico in Germania nei prossimi mese dipenderà dal profilo che il presunto “soldato” dell’Isis risulterà avere.