Bill Gates. ”Quasi tutti miei soldi non mi servono, così aiuto i poveri”

Pubblicato il 15 Settembre 2016 - 12:43 OLTRE 6 MESI FA
Bill Gates

Bill Gates

ROMA – “La maggior parte dei miei soldi, direi oltre il 95 per cento, non è necessaria per sostenere le spese né della mia famiglia né dei miei figli. E quindi ho la possibilità e l’opportunità di restituire questo denaro alla società, per accelerare l’innovazione a favore dei più poveri”. Lo afferma Bill Gates, co-fondatore di Microsoft oggi impegnato nella filantropia, intervistato dal Corriere della Sera.

L’imprenditore rilancia l’impegno per aumentare i fondi a disposizione del Global Fund, il fondo mondiale che finanzia la lotta a Aids, malaria e tubercolosi. E chiede di più anche all’Italia. “Tutti i governi devono fare i conti con budget limitati, e l’Italia non fa eccezione”, spiega. “Ma nel lungo periodo bisogna sapere che questi investimenti ridurranno e produrranno enormi benefici umanitari, a partire da quello di salvare milioni di vite umane”.

I profughi, la Siria in guerra, sono “esigenze acute”, dice Gates, ma investire nel Fondo significa “tenere sotto controllo quelle malattie e dare tempo alla medicina di trovare nuovi rimedi. Il Global Fund è gestito bene e sta ottenendo risultati, anche se alcuni tardano più di quanto vorremmo”. Gates mantiene ottimismo: “Nei prossimi dieci anni potremmo avere progressi strepitosi. Mi riferisco a vaccini contro il virus da immunodeficienza e ad altri rimedi contro le epidemie. Mantenendo queste livello di risorse, l’aspirazione è di ottenere entro il 2030 un sostanziale crollo di queste malattie. E, nel 2040, di arrivare a sradicare del tutto la malaria”.

L’ex numero uno di Microsoft non ama essere paragonato a un imperatore dell’era digitale, preferisce definirsi un innovatore radicale. Il suo libro preferito? il “Declino della violenza” di Steven Pinker: “Oggi viviamo in una società dove c’è meno schiavitù di un tempo. Donne e omosessuali sono più rispettati, ci sono meno uccisioni, e muoiono meno bambini di quanto accadesse anche solo negli anni Novanta del secolo scorso. Questi sono fatti oggettivi”. Lo scontro tra la Commissione europea e Apple? Per Gates è un’esagerazione parlare di conflitti di cultura economica tra Usa e Vecchio continente: “L’Europa è largamente capitalistica e ha molte società innovative, come gli Usa, ”e c’è la convinzione comune di dovere investire nel futuro”.