Biotestamento a Firenze: il sindaco lascia l’aula, il Pd si divide, per l’Arcidiocesi è un “atto illegittimo”

Pubblicato il 6 Ottobre 2009 - 12:11 OLTRE 6 MESI FA

Il Comune di Firenze istituirà un registro dei testamenti biologici. L’aula di Palazzo Vecchio ha approvato lunedì la delibera proposta dalla consigliera Claudia Livi (Pd). A favore hanno votato i consiglieri di maggioranza (salvo tre defezioni nel Pd) contro tutto il centrodestra.

”Lo scopo della delibera – ha detto Claudia Livi – è la registrazione non il deposito del testamento biologico. Il che significa che in Comune vengono registrate le persone che dichiarano di aver fatto testamento biologico, dove l’hanno depositato e chi è il nome del fiduciario”.

La delibera prevede che questo registro sia riservato ai soli cittadini residenti nel Comune di Firenze e ha la finalità di consentire l’iscrizione nominativa, con autodichiarazione, di tutti i cittadini che hanno redatto una dichiarazione anticipata di trattamento con indicazione del notaio o del fiduciario o del depositario, per garantire la certezza della data di presentazione e la fonte di provenienza.

”Il Pd vota convintamente a favore della delibera”, ha annunciato il capogruppo Francesco Bonifazi mentre Valdo Spini (Spini per Firenze) parla di atto ”importante anche ai fini dello svolgimento del congresso del Partito Democratico”.

Il centrodestra va all’attacco: ”Il sindaco Matteo Renzi si professa cattolico, ma quando in Comune a Firenze si decide sulla vita sceglie di essere assente e fugge dalle proprie responsabilità”, afferma Giovanni Donzelli del Pdl, mentre per il collega Emanuele Roselli il sindaco si assume ”la responsabilità politica di questa ennesima strumentalizzazione”.

Proteste dell’Arcidiocesi di Firenze: “Esprimiamo il nostro rammarico e la nostra preoccupazione per la decisione assunta dal Consiglio comunale della città di istituire un registro dei testamenti biologici. Si è voluto così proseguire con pervicacia su una strada a riguardo della quale si ebbe già modo di manifestare profondo dissenso e di evidenziare l’improprietà della decisione in occasione della mozione approvata nell’ultima seduta del precedente Consiglio comunale”.