Boccassini, Brigandì: “Non ho dato io gli atti al Giornale”

Pubblicato il 28 Gennaio 2011 - 14:31 OLTRE 6 MESI FA

Matteo Brigandì

ROMA – ”Ovviamente non sono stato io e se qualcuno sostiene questa cosa ne risponderà nelle sedi legali possibili”. Il consigliere del Csm Matteo Brigandì risponde così a chi gli chiede se sia stato lui a passare al ”Giornale” gli atti del procedimento disciplinare sul pm di Milano Ilda Boccassini. Il tutto dopo che ”Repubblica ” ha scritto che è stato lui una settimana fa a chiedere il fascicolo in questione al Csm.

”Ho chiesto al Csm una serie di documenti, compreso quel fascicolo, che ho letto per un quarto d’ora e poi ho restituito”, dice Brigandì, che fa sapere di aver scritto una lettera al vice presidente Michele Vietti per chiedergli di ”far luce” sulla vicenda.

”Con il Giornale non ho nessun tipo di rapporto, tranne che per qualche intervista. Non ho rapporti nemmeno con il direttore, con il quale mi sembra addirittura di aver avuto qualche causa – spiega Brigandì, che è stato eletto al Csm su indicazione della Lega – Insomma, non ho niente da spartire con questa testata, che non è nemmeno del mio partito, ne’ ho incontrato nessuno nell’ambito giornalistico”. E non c’e’ nulla di strano nel fatto che abbia chiesto alla segreteria della sezione disciplinare del Csm di vedere quelle carte:”ne ho viste a decine, e’ il mio compito istituzionale; stavolta dovevo guardare una cosa di cui avevo interesse, un problema di diritto contenuto in quel procedimento”.

Brigandì ignora se quelle carte siano a no coperte dal segreto: ”Non sono in grado di dirlo; io però sono sempre stato per la pubblicità di tutti gli atti”. Ma esclude di sentirsi ”in difficolta”’: ”non capisco perche’ dovrei preoccuparmi”,dice, raccontando di non essere stato chiamato da nessuno degli altri consiglieri del Csm. Lui pero’ intanto si e’ mosso e’ ha chiesto a Vietti di accertare come sono andate le cose; un’iniziativa che, spiega, ”non e’ a mia tutela, ma a tutela delle istituzioni”.