Bollette di luce e gas passate in un anno da 100mila euro a 600mila euro al mese. Costi insostenibili che hanno spinto il gruppo Caroli a chiudere tutti e 5 gli hotel in Salento che offrono circa mille posti letto. Dal 1 ottobre gli hotel Terminal e Villa La Meridiana di Santa Maria di Leuca e Le Sirene, Joli Park Hotel e Club Bellavista di Gallipoli non accettano più prenotazioni. Si limitano solo ad accogliere turisti e convegnisti ai quali è già stato confermato il booking.
Bollette da 100mila a 600mila euro al mese, chiude catena di alberghi in Salento
A rischio ci sono 275 dipendenti, per i quali è stata chiesta la Cassa integrazione. La causa sono gli “spropositati ed insostenibili costi, che hanno eroso totalmente i margini di profitto”. A spiegarlo è Attilio Caputo, direttore generale delle strutture alberghiere salentine operative dal 1966. Costi “che rendono impossibile garantire il prosieguo dell’attività pur ricorrendo alle opportunità offerte dal sistema creditizio ed all’implementazione di impianti fotovoltaici, la cui installazione non è stata ancora autorizzata”.
Caputo aggiunge di aver comunicato l’imminente chiusura alla Prefettura di Lecce e si dice “rammaricato del disservizio che creeremo ad ospiti, partner e fornitori”. “Ringrazio i nostri collaboratori, che saranno, ahimè, i primi ad essere penalizzati dalla situazione, e mi auguro – sottolinea – che un ritorno alla normalità possa far ricreare le condizioni per una riapertura. La Germania – rileva con rammarico l’albergatore – ha varato subito un piano di aiuti da 200 miliardi per aziende e famiglia, in Italia si è fatto poco”.
“A rischio chiusura l’80% delle strutture ricettive”
A confermare la situazione drammatica in cui si trovano gli hotel del Salento, ma anche dell’Italia intera, è Giancarlo De Venuto, presidente di AssoHotel Lecce. “E’ a rischio chiusura – denuncia – l’80% delle strutture ricettive sia in Salento sia in Italia con una perdita di posti di lavoro pari ad un dipendente ogni tre camere”.
De Venuto spiega che nel 2021 su una camera venduta a 100 euro (Iva esclusa) l’albergatore sosteneva un costo di 8 euro al giorno per l’energia. Oggi i costi energetici sono lievitati a 24 euro al giorno a camera, oltre alle spese per lavanderia e ristorazione.
E quando la stagione cala, i costi diventano davvero insostenibili e si deve chiudere. “Invoco – dice – politiche incisive non metodi palliativi per evitare che altre imprese alberghiere gettino la spugna. Bisogna reagire immediatamente, calmierare i prezzi in maniera sensibile per evitare il rischio di avere i turisti ma non avere le imprese dove accoglierli”.
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