Bollettino coronavirus 25 ottobre: 2.535 nuovi positivi, 30 morti, sale il tasso di positività

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Ottobre 2021 - 17:44 OLTRE 6 MESI FA
Bollettino coronavirus 25 ottobre: 2.535 nuovi positivi, 30 morti, sale il tasso di positività

Bollettino coronavirus 25 ottobre: 2.535 nuovi positivi, 30 morti, sale il tasso di positività

Bollettino coronavirus del 25 ottobre: sono 2.535 i positivi ai test Covid individuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 3.725. Sono invece 30 le vittime in un giorno (ieri 24).  

Gli attualmente positivi al Covid in Italia sono 74.654, secondo i dati del ministero della Salute, 121 in meno nelle ultime 24 ore. Dall’inizio della pandemia i casi sono 4.743.720, i morti 131.856. I dimessi e i guariti sono invece 4.537.210, con un incremento di 2.626 rispetto a ieri. 

Bollettino coronavirus 25 ottobre: tasso di positività in aumento all’1,1% 

Sono 222.385 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 403.715.

Il tasso di positività è all’1,1%, in aumento rispetto allo 0,9% di ieri.

Bollettino coronavirus del 25 ottobre: aumentano i ricoveri 

Sono 338 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid in Italia, tre in meno rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite.

Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute sono 16 (ieri 18). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 2.579, rispetto a ieri sono 106 in più.  

Covid: il coronavirus Sars-CoV-2 in Italia dal 6 gennaio 2020

Il coronavirus Sars-CoV-2 potrebbe essere arrivato in Italia il 6 gennaio 2020, ma non si può escludere che fosse presente anche nel dicembre 2019, e nello stesso mese è stato introdotto in diverse aree di Europa e Stati Uniti, dove il 26 gennaio potrebbe essere arrivato in California e il 2 febbraio a New York.

Ovunque il virus ha cominciato a diffondersi silenziosamente nei primi tre mesi dell’anno, non visto a causa della limitata attività di test.

Lo indica l’analisi pubblicata sulla rivista Nature e coordinata dal fisico Alessandro Vespignani, direttore del Network Science Institute della Northeastern University di Boston.

Ancora nel marzo 2020, prosegue l’analisi, era stato riconosciuto solo un numero molto limitato di infezioni, compreso fra 1% e il 3% di quelle effettive: un punto debole che gli autori della ricerca evidenziano e che, scrivono, si dovrebbe considerare nell’organizzare le strategie di contrasto contro una futura pandemia.

Le infezioni diagnosticate e quelle reali

L’analisi indica inoltre che all’inizio del marzo 2020 in Europa venivano riconosciute circa 35 infezioni su mille e 9 su mille negli Stati uniti.

Nella settimana che cominciava l’8 marzo in Europa venivano riportati 17 casi al giorno e due negli Usa, mentre il modello elaborato dagli esperti della Northwestern University indica che in quello stesso periodo i nuovi casi erano, rispettivamente, 4.000 e 2.000 al giorno.

I ricercatori rilevano che un’attività di test più intensa, capillare e precoce avrebbe potuto aiutare a prevenire la diffusione del virus.

La lezione che arriva dai primi passi della pandemia è che le tecniche utilizzate in questa ricerca potrebbero essere strumenti utili per mettere a punto le future strategie di risposta contro nuovi virus emergenti.