BOLOGNA – Un detenuto di origine magrebina si e' ucciso verso le 22, nel reparto giudiziario del carcere bolognese della Dozza. Lo rende noto Giovanni Battista Durante, Segretario generale aggiunto Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria. Il detenuto si e' tolto la vita inalando il gas della bomboletta che legittimamente deteneva nella stanza.
''L'uomo, in cella insieme ad un altro detenuto – riferisce Durante -, e' stato trovato dagli agenti che sono intervenuti prontamente, anche se a nulla sono valsi i soccorsi. E' il sessantesimo in Italia dall'inizio dell'anno, il terzo in Emilia Romagna nelle ultime due settimane e il secondo in una settimana nel carcere di Bologna. Troppi perche' si continui a sottovalutare la grave situazione delle carceri italiane, dove il sovraffollamento ha raggiunto cifre elevatissime. Sono circa 68.000 i detenuti presenti e sarebbero oltre settantamila se non ci fosse stata la legge 199 del 2010 che ha consentito a circa 4000 detenuti con fine pena inferiore ad un anno di ottenere gli arresti domiciliari. L'applicazione di tale misura, seppur dagli effetti limitati, e' la prova che le misure alternative alla detenzione, se applicate a soggetti meritevoli e non socialmente pericolosi, contribuiscono a deflazionare le carceri e facilitano la rieducazione''.
''Non comprendiamo – aggiunge Durante – come l' amministrazione continui a non proporre la modifica del regolamento penitenziario, al fine di evitare che i detenuti detengano le bombolette che, spesso, soprattutto i tossicodipendenti, usano come sostitutivo della droga e muoino inalando il gas''. Nel carcere della Dozza sono ancora in corso gli accertamenti, alla presenza del magistrato di turno, del direttore e del comandante del reparto di polizia penitenziaria.