Bolzano, anziana in tribunale tenta di fare un esorcismo al magistrato che accusa la figlia

di redazione Blitz
Pubblicato il 17 Luglio 2017 - 11:32 OLTRE 6 MESI FA
Bolzano, anziana in tribunale tenta di fare un esorcismo al magistrato che accusa la figlia

Bolzano, anziana in tribunale tenta di fare un esorcismo al magistrato che accusa la figlia

BOLZANO – Al processo della figlia, per cercare di convincere il giudice della sua innocenza prova a fargli un esorcismo. E’ accaduto in un’aula dei tribunale di Bolzano, e solo l’intervento dei carabinieri ha fermato la donna.

A chiamare i militari è stato un giudice della sezione civile, che non era riuscita a ricondurre alla ragione un’anziana altoatesina. Questa si era presentata in tribunale, aveva tirato fuori dalla borsa tre crocifissi di legno di varie dimensioni e aveva tentato di fare un esorcismo al magistrato che si stava occupando del caso della figlia.

Come racconta Silvia Fabbi sul Corriere della Sera, 

Sventolando i tre crocifissi davanti al giudice e inveendo contro di lui, la donna intendeva probabilmente ottenere una decisione favorevole nei confronti della figlia, al centro del procedimento di cui si trattava e nel quale peraltro l’ anziana non risultava formalmente coinvolta. Alla fine in aula l’agitazione è arrivata a un punto tale che il magistrato ha preso una decisione: l’unico modo di riportare la situazione sotto controllo era quello di invocare — vista la circostanza è proprio il caso di dirlo — l’intervento dei carabinieri del comando provinciale.

Per fortuna la sola vista dei carabinieri è riuscita a calmare l’anziana, che a quel punto si è allontanata dall’aula, consentendo così che l’udienza andasse avanti. E se casi come questo sono più unici che rari, Carlo Busato, presidente della sezione penale, ha ricordato al Corriere della Sera che ci sono però situazioni in cui si viene ringraziati per una condanna:

“La cosa più curiosa è quando le persone ti ringraziano. Una persona che avevo condannato a sei anni per rapina, ad esempio, venne da me e mi disse: ‘Giudice, lei ha fatto bene a darmi sei anni. Ero stato proprio io a fare quella rapina!’. O ancora una madre che è venuta a chiedermi di condannare suo figlio alla pena più severa possibile per farlo stare il più a lungo possibile lontano dalla droga”.