Bolzano, il primario parla solo tedesco: l’Ordine dei medici lo cancella dall’albo

di redazione Blitz
Pubblicato il 24 Luglio 2019 - 17:21 OLTRE 6 MESI FA

(Foto d’archivio Ansa)

BOLZANO  –  Il medico, primario del Laboratorio centrale dell’ospedale di Bolzano, parla solo il tedesco e male l’italiano. E così l’Ordine dei medici altoatesino lo cancella dall’albo. E’ quanto accaduto a Thomas Müller, medico austriaco di 54 anni, da poco più di un anno è primario a Bolzano.

Sul suo caso si è scatenato un aspro dibattito politico. La Svp e i Freiheitlichen, in una insolita alleanza tra maggioranza e opposizione, hanno presentato un ricorso contro il provvedimento. Il ricorso sarà firmato da tutti i 25 consiglieri provinciali di lingua tedesca. 

“La parificazione dell’italiano e del tedesco è una colonna della tutela della minoranza linguistica, prevista dall’autonomia altoatesina”, affermano i due partiti promotori del ricorso.

La pretesa del livello di conoscenza B2 per l’italiano viene giudicato “un ostacolo unilaterale, con il quale l’Ordine dei medici viola l’articolo 99 dello statuto d’autonomia”. In Alto Adige tutti coloro che lavorano in strutture pubbliche devono essere in possesso del cosiddetto ‘patentino’, che documenta la conoscenza delle due lingue, italiano e tedesco.

A causa della forte carenza di medici la Provincia consente a chi viene da fuori provincia di recuperare l’esame di bilinguismo entro tre anni. L’intervento dell’Ordine va invece oltre, perché prevede una discreta conoscenza dell’italiano come condizione per l’accesso all’albo.

Sulla questione è intervenuta anche la Südtiroler Freiheit. Il partito fondato dalla pasionaria Eva Klotz chiede addirittura l’intervento dell’Austria, in quanto “potenza tutrice” dell’Alto Adige. Pieno sostegno al ricorso del primario arriva anche dalla prima forze di opposizione in consiglio provinciale, la lista dell’ex grillino Paul Köllensperger. “Come consiglieri di madrelingua italiana – affermano invece i Verdi – non possiamo firmare questo ricorso ma ci teniamo a ribadire che ne condividiamo lo spirito”. (Fonte: Ansa)