Brenda: il pc “allagato” non era suo

Pubblicato il 23 Novembre 2009 - 08:49 OLTRE 6 MESI FA

Brenda

Brenda non aveva un personal computer. Lo aveva detto durante gli interrogatori lo stesso transessuale e lo aveva confermato, indirettamente, anche la prima perquisizione nella sua abitazione, fatta subito dopo l’esplosione del caso che ha coinvolto l’ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.

Gli investigatori, quindi, si chiedono a chi appartenga il pc portatile trovato nel lavandino del bagno di Brenda. Possibile, ma non probabile, che il transessuale avesse mentito durante gli interrogatori; gli investigatori, però, tendono a ritenere credibile il suo racconto: «Conse­gnò i cellulari per effettuare l’analisi della ‘memoria’ e mostrò massima collaborazione. Non ci risulta avesse anche un pc».

Si tratta dell’ennesima conferma del fatto che, nella morte di Brenda, qualcosa non torna. A cominciare dalle “stranezze” sulla scena del crimine, il pc allagato e i telefonini scomparsi. Se il pc non era del transessuale, a chi apparteneva? E chi lo ha messo fuori uso e perchè? Non solo: Brenda ha ammesso di avere più di un telefonino. A casa sua, però, la polizia ne ha trovato uno solo e con la memoria praticamente vuota.

Quando era stata interrogato, invece, il transessuale aveva consegnato tutti i suoi cellulari agli investigatori dicendo: «Questi sono i miei telefonini ma non c’è più niente, perché quando questa storia è cominciata ho avuto paura e ho cancellato tut­to. Voglio precisare che non pos­siedo un computer, anche per­ché non lo so usare».

Sulla morte di Brenda, quindi, il mistero si infittisce e per i pm l’idea che si sia trattato di un «omicidio mascherato» prende sempre più corpo. Che il pc sia il suo o meno, però, l’analisi del contenuto del disco (gli investigatori cercheranno foto, filmati e files compromettenti) rimane una priorità per l’inchiesta.