Brescia: donna gelosa della compagna le mette un cuscino in faccia e le spara

Pubblicato il 11 Marzo 2013 - 09:46 OLTRE 6 MESI FA

BRESCIA – Uccide la sua compagna con due colpi alla testa sparati una Beretta calibro 7,65 acquistata solo cinque giorni prima. Angela Toni, 35 anni, operaia in una fabbrica di materie plastiche a Rodengo Saiano (Brescia), ha freddato Milena Ciofalo, 34 anni, che aveva perso il suo lavoro da barista qualche mese fa. L’ha uccisa mentre dormiva, nella notte tra sabato e domenica, nella loro casa di Gussago, nel Bresciano.

E’ stata la stessa Toni, qualche ora dopo il delitto, a chiamare i carabinieri: ”Ho ucciso la mia donna”. L’hanno trovata in casa, accanto al corpo di Milena che ha vegliato per qualche ora. Nella camera da letto due bossoli. Ha balbettato qualche tentativo di spiegazione da cui i militari di Gardone Valtrompia e Brescia hanno capito che l’uccisione era maturata per una questione passionale. ”Un omicidio che ha un movente passionale”, ha infatti confermato il comandante provinciale di Brescia, colonnello Marco Turchi, che trae origine da ”un rapporto di coppia difficile”.

A Gussago, in una villetta a schiera a due piani, la coppia era arrivata da meno di un anno, la vittima era originaria di Agrigento, quella che da compagna nella vita è diventata la sua assassina da Perugia. Una vicina di casa, una donna dell’Est, racconta che due mesi fa le aveva sentite ”litigare abbastanza forte”. Come è successo sabato sera, ”ma poi si erano calmate”. Angela Toni, invece, ha atteso che Milena si addormentasse, ha impugnato la pistola, le ha messo un cuscino in faccia e l’ha uccisa. Davanti al magistrato dovrà spiegare perchè ha comperato quell’arma solo pochi giorni fa per poi ottenere un permesso di porto per il tiro a volo.

Dovrà spiegare se sospettava che la sua compagna avesse cominciato a frequentare qualche altra persona, caricando la sua gelosia fino a farla esplodere oppure se Milena voleva lasciarla e lei ha deciso che non potesse essere di nessun altro. A Gussago le conoscevano in pochi, facevano una vita riservata. Milena, nei locali in cui aveva lavorato come barista e’ ricordata come una brava dipendente. Non nascondeva il fatto di essere lesbica. Una coppia come tutte le altre, hanno ricostruito gli investigatori, con i loro dissidi che fanno parte della quotidianità, diventati più frequenti e accesi negli ultimi tempi ma che non lasciavano presagire la tragedia della notte scorsa. La vicina di casa dell’Est Europa aveva sentito il rumore di due colpi ma non aveva pensato a degli spari. Milena, invece, era morta, uccisa dalla persona che aveva amato e che ora e’ in carcere con accuse che potrebbero costargli l’ergastolo.