Brigada, la mafia romena: padrini, omertà e famiglia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Ottobre 2014 - 10:53 OLTRE 6 MESI FA
Brigada, la mafia romena: padrini, omertà e famiglia

Un tatuaggio con la croce templare, simbolo di fratellanza per la brigada

TORINO – La mafia non è più solo italiana, ma anche romena. Si chiama “brigada” ed è stata ufficialmente riconosciuta con la sentenza del tribunale di Torino che il 27 ottobre ha condannato 15 cittadini di origine romena per associazione a delinquere di stampo mafioso.

Brigada è simile ad una associazione segreta:  i suoi appartenenti non ne parlano, vogliono essere invisibili. Invisibili ma con un corpo che viene plasmato da questa appartenenza: gli affiliati hanno il culto dei tatuaggi e dei muscoli scolpiti. La forza diventa oggetto di culto, fondamentale per competere con le altre mafie, camorre e ndranghete italiane. Preferiscono pugni e botte alle pistole. I legami, come nella mafia più tradizionale, si fondano sul sangue, la fratellanza si salda facendo i padrini di battesimo o i testimoni di nozze. 

La “brigada” romena è diffusa soprattutto a Torino, dove compete con Cosa Nostra e ‘ndrangheta, che da tempo hanno esteso le proprie mire al nord Italia. Al suo interno, spiega Massimiliano Peggio sulla Stampa, ci sono regole e gerarchie.

L’omertà regna tra le vittime. Gli affari degli affiliati vanno dalla clonazione di carte di credito alla droga, dalla prostituzione al controllo dei locali notturni, controllati dal clan e frequentati soprattutto da romeni. La mafia romena, come quella italiana del resto, si occupa persino della scelta dei gruppi musicali che si esibiscono: meglio quelli più tradizionali, che assicurano maggiori introiti. Come nella migliore tradizione italiana, tra certi cantanti neomelodici e la camorra.