Brindisi, psichiatra: “Attentatore è un uomo disperato”

Pubblicato il 21 Maggio 2012 - 20:52 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Un uomo solo, disperato, accecato dall'odio e alla ricerca di un improbabile risarcimento psicologico. Potrebbe essere il profilo psicologico dell'attentatore di Brindisi, tracciato dallo psichiatra Massimo Di Giannantonio, dell'Universita' Gabriele D'Annunzio di Chieti, sulla base degli elementi al momento resi noti dagli inquirenti.

''Il profilo – spiega lo psichiatra – sembrerebbe essere quello di un uomo che probabilmente ha vissuto una vita idealizzando le gerarchie nelle quali era inserito; potrebbe essersi pero' verificata una profonda disillusione che, innescandosi in una situazione patologica di depressione, ha determinato nel soggetto un'esplosione di odio verso l'esterno. E' come se – aggiunge – l'ordine e l'equilibrio che egli ha idealizzato venissero meno, e la colpa e' attribuita al mondo''.

In una mente del genere, rileva Di Giannantonio, ''si determina dunque un desiderio di rivalsa rispetto all'universo esterno e c'e' il tentativo di essere risarcito. Da qui il gesto eclatante, ed il fatto che sia rimasto ad osservare le vittime dell'attentato, dal momento che avrebbe attivato il telecomando all'arrivo delle studentesse, rappresenta il raggiungimento di questo delirante obiettivo di ricompensa e gratificazione''. E' come se, e' l'analisi dello specialista, ''attraverso la morte dell'altro cercasse di evitare la propria morte in termini di identita'. Il tutto, molto probabilmente, in una condizione di depressione, solitudine e sofferenza familiare''.

Altro elemento e' la scelta di colpire una scuola e delle studentesse. Questo fatto, secondo Di Giannantonio, potrebbe essere letto in due modi: ''E' probabile – spiega – che abbia voluto vendicare le proprie delusioni scegliendo di spezzare delle vite adolescenti nel tentativo patologico di spezzare l'adolescente frustrato che egli stesso e' stato in passato''.

Ma vi sarebbe anche una seconda spiegazione, che giustificherebbe la volonta' di colpire, in particolare, delle ragazze: ''C'e' una possibilita' che abbia conosciuto in rete o nei social network ragazze o una ragazza di cui, data la condizione di solitudine in cui vive, puo' essersi invaghito. Un probabile rifiuto della o delle giovani, avrebbe quindi innescato la reazione folle che poi ha messo in atto''. Una reazione ''abnorme – conclude Di Giannantonio – amplificata appunto da una vita di probabili delusioni''.